Ancora un pessimo momento per la Juventus che rischia di essere accusata di falso in bilancio. Tra i maggiori indagati l’ex ds Fabio Paratici.
Ancora problemi in casa Juventus dopo il caso scoppiato in seguito ad alcune intercettazioni telefoniche. Ora la compagine bianconera dovrà rispondere delle accuse relative alle ad alcune plusvalenze aggiustate a regolare d’arte per far quadrare il bilancio.
Sperando di poter quanto prima rialzare la testa ancora una volta. Colpo arrivato sul più bello per la Vecchia Signora che aveva finalmente trovato una certa continuità in termini di punti per quanto riguarda la risalita alla vetta della Serie A.
La formazione di Massimiliano Allegri si era infatti avvicinata alla pausa di Natale, più Coppa del Mondo, da terza in classifica a -10 dal Napoli capolista. Ora, però, il terremoto rischia di rovinare quanto di buono fatto finora.
Juventus, caos plusvalenze: Paratici al centro delle accuse
Una cosa è certa: lo smarrimento della stabilità societaria, Andrea Agnelli ha lasciato l’incarico da presidente dopo dodici anni, graverà anche sui calciatori che potrebbero perdere qualcosa in termini di stimoli. Anche perché nelle prossime settimane, se non addirittura nei prossimi mesi, altri diversi duri colpi sarà costretta ad incassare la Juve.
Vecchia Signora che ha visto finire sul banco degli imputati principali l’ex direttore sportivo Fabio Paratici. Ora in Premier League nel Tottenham di Antonio Conte. Della vicenda relativa al ds e al suo famigerato libro nero, ha parlato ai microfoni di TVPlay il giornalista giornalista de La Stampa Giuseppe Legato.
Queste le sue parole: Il libro nero di Paratici è un manoscritto redatto dall’attuale ds della Juve Cherubini e ritrovato dalla Guardia di Finanza nel suo ufficio. Un foglio bianco con una serie di appunti sull’operato di Paratici in cui viene sottolineato l’utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali fatto negli anni passati da Paratici.
“Entro pochissimo nel dettaglio, il tema plusvalenze è complesso – ha poi spiegato la firma de La Stampa – ma la Procura confida di poter dimostrare il dolo e il profilo soggettivo del reato. Il termine artificiale va a riscontrare la loro ipotesi d’accusa, se l’hai fatto apposta è reato e quindi falso in bilancio. Questa è la narrazione dei magistrati”.
Nuovi retroscena sul modello Paratici
Successivamente il giornalista ha anche spiegato, entrando ancor più nel dettaglio, in che modo potrebbe gravare l’operato di Paratici nei confronti della Juve: “E’ uno dei principali indagati di questa inchiesta, deve rispondere di aver fatto una serie di operazioni che avrebbero alterato gli esercizi della Juventus. Questi scambi alla pari con altra società che permettono secondo la Juve di fare plusvalenza per la Procura sono permute. Il reato che prevede la pena, dopo ovviamente un processo e i vari gradi, più pesante è l’aggiotaggio, che è specchio comunque dell’alterazione del bilancio in modo artificioso. Dicendo che avevi un bilancio migliore di quanto era in realtà”.
Poi, in conclusione, un pensiero su quello che è stato definito il modello Paratici. In passato termine utilizzato per elogiare il suo lavoro, così fece il The Athletic appena l’estate scorsa, ed ora quasi sinonimo di frode fiscale: “Non so se fosse un modello, un sistema, in numerose intercettazioni, negli atti che siamo riusciti a recuperare nell’ambito di questa inchiesta, i dirigenti manifestano un clima di serenità, dissento da chi dice che sapessero di essere intercettati.
“I dirigenti parlano di Paratici anche in merito ad altre operazioni – ha proseguito il giornalista – se però c’è un sistema che fa capo a lui poi bisognerà vederlo nel processo, è alla base di una serie di affari che fanno capo a lui, si dice che da come si svegliava la mattina se avesse voluto firmare 20 milioni di plusvalenza li avrebbe firmati. Uomo nero di questo scandalo? No, non mettetemi in difficoltà ma non perché non voglia rispondere, la domanda è pertinente, ci sono tante cose contestate a Paratici ma è errato parlare solo di lui, se seguiamo il ragionamento dei magistrati non è così”.