Mondo del calcio in lutto: si è spento Mihajlovic | L’addio della famiglia

Addio Sinisa Mihajlovic. L’ex calciatore ed allenatore si è spento all’età di 53 anni in seguito ad una brutta malattia.

Alla fine non c’è stato più niente da fare. L’ex calciatore e ora allenatore, Sinisa Mihajlovic, si è spento all’età di 53 anni. Da tempo era alle prese con un brutto male, la leucemia, e anche se ha lottato fino all’ultimo istante, il 16 dicembre verrà ricordato come un giorno triste per il mondo del calcio e non solo.

Addio Sinisa Mihajlovic
Sinisa Mihajlovic – Calcionow.it

Appena pochi giorni fa, erano circolate una serie di notizie circa il fatto che il suo stato di salute non fosse dei migliori e alla fine è arrivata la notizia che in molti temevano. Era il 2019 quando l’allora tecnico del Bologna annunciò, attraverso una conferenza stampa apposita, il suo stato di salute.

Morto Sinisa Mihajlovic
Sinisa Mihajlovic – Calcionow.it

Ma da buon guerriero, proprio come è sempre stato, disse in mondovisione che avrebbe giocato in attacco pur di vincere la sua battaglia. E, nonostante in un primo momento ci sia riuscito, non c’è stato più niente da fare. Nemmeno il trapianto di midollo osseo è riuscito a salvargli la vita.

Addio Mihajlovic, l’ultimo saluto della famiglia

A darne il triste annuncio è stata la famiglia Mihajlovic che attraverso una nota ufficiale si è così espressa: “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti”.

“Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia – ha poi continuato la famiglia –Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”.

L’ex allenatore serbo si è spento in una clinica della Capitale. Città che nel corso della sua carriera lo ha adottato, prima con la maglia della Roma e poi con quella della Lazio. I colori biancocelesti, poi, gli erano entrati dentro. Al punto che ogni volta che ne aveva l’occasione, ne approfittava per ricordare la sua fede laziale.

Cresciuto nelle giovanili del Borovo, furono le esperienze con Vojvodina e Stella Rossa che suscitarono l’attenzione da parte del campionato italiano. A portarlo in Serie A è stata proprio la formazione giallorossa. Tuttavia, a consacrarlo definitivamente come una delle leggende della massima divisione nostrana, e non solo, sono state prima la Sampdoria e poi la compagine biancoceleste.

Un giorno triste per il mondo del calcio

Proprio con addosso la maglia della prima squadra della Capitale, Sinisa riuscì a vincere la maggiore parte dei suoi trofei. In Italia ma anche in Europa. Dopodiché, la sua ultima esperienza come calciatore professionista è stata nelle file dell’Inter. Club con il quale ha anche chiuso la carriera nel 2006.

Una volta appesi gli scarpini al chiodo, Mihajlovic è poi diventato allenatore. Accumulando esperienze sulle panchine di Catania, Fiorentina, Serbia, Samp, Milan, Torino e anche Sporting Lisbona. Ciononostante, fu alla guida dei felsinei che riuscì ad ottenere le sue soddisfazioni migliori. Un giorno triste per i club che hanno vissuto Sinisa.

In maniera particolare per la Lazio. Oltre ad aver segnato un’epoca in casa biancoceleste, l’ex numero 11 se n’è andato nello stesso giorno di Felice Pulici. Un altro gigante del firmamento laziale. Addio Sinisa, chi ti ha vissuto non ti potrà mai scordare. Le sue punizioni rimarranno nella storia del calcio. Anche tra cento anni ancora.

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