Inchiesta Juve, annuncio choc: il presidente sapeva già tutto

In casa Juventus le brutte sorprese non finiscono mai. Stavolta però non è la Vecchia Signora nel mirino di chi vuole sapere tutto sulle plusvalenze della Juventus.

I bianconeri, come noto, sono al centro di diverse inchieste, per quanto avvenuto nelle sessioni di mercato degli ultimi tre bilanci. Nonostante due massicce ricapitalizzazioni infatti, la Juventus accusa un debito pesantissimo. Proprio le difficoltà economiche, potrebbero aver costretto Andrea Agnelli, insieme con tutto il suo gruppo di lavoro, a compiere azioni ritenute fuori dalle norme.

Mario Draghi e Gabriele Gravina sorridenti.
Da sinistra, Mario Draghi e Gabriele Gravina.

Nell’ultimo esercizio della Juventus infatti, la perdita ammonta a oltre 250 milioni. Numeri che negli ultimi cinque anni portano il rosso ad una cifra mostruosa: 611 milioni. Un disastro contabile che inoltre negli ultimi due anni, ha costretto la Vecchia Signora ad accontentarsi di due quarti posti. Non sarebbe un disastro, se non fossero arrivati dopo nove scudetti consecutivi.

La Juventus e quei 700 milioni inutili

Quello che sorprende gli addetti ai lavori, in particolare, riguarda gli investimenti fatti dalla Juventus in questi ultimi anni. Un mercato che di fatto, da almeno quattro sessioni, non è stato certamente all’altezza di quello precedente. Acquisti che vennero fatti alzando il rischio contabile del club.

Gabriele Gravina, sopreso dal caos Juventus ma sapeva i rischi corsi dalla Vecchia Signori.
Gabriele Gravina, presidente FIGC.

Non si può dire infatti che l’ex presidente Agnelli non le abbia tentate tutte. Negli ultimi due esercizi, infatti, si registrano da parte di Exor, la cassaforte della Juventus, due ricapitalizzazioni consistenti. Parliamo di un’immissione di liquidità pari circa a 700 milioni. Tutto questo però, non ha evitato i guai extra-campo.

L’inchiesta Prisma inguaia la Juventus

A mettere nei guai la Vecchia Signora è l’indagine penale della Procura della Repubblica di Torino. Al centro delle inchiesta, false comunicazioni al mercato, la Juventus è quotata in Borsa, oltre ovviamente alla nota vicenda delle pulsvalenze fittizie che,s e provate, sfocerebbero in un falso in bilancio. Oltre a quella penale, restano in ballo gli accertamenti della Uefa, ancora “avvelenata” con Agnelli per la vicenda della Superlega. Non bastasse, restano le indagini della Figc. Il 20 gennaio, la Corte Federale d’Appello si pronuncerà sul processo Bis, dopo che il primo, sempre sulle plusvalenze, era finito con il proscioglimento di tutt i deferiti.

Carte Juventus: c’era chi sapeva

I primi segnali sulle irregolarità arrivano già nel 2020. Nel gennaio 2021 escono le prime indagini firmate Covisoc, l’ente destinato a controllare la legittimità dei bilanci delle società calcistiche. La Juventus c’è con tutte le scarpe. Tutti sono messi al corrente, anche qualche “insospettabile”.

Un manager sportivo: “Gravina sapeva tutto”

Che la situazione della Juventus fosse decisamente borderline, già a inizio 2021, era chiaro a tutti. Come rivela stasera un manager sportivo a Report, viene infatti avvisato anche Gabriele Gravina, presidente della Figc. A Via Allegri bocche cucite, il presidente chiede alla Covisoc una sorta di approfondimento. Analisi che arriva a febbraio 2021, le carte dell’organo di controllo finiscono così in mano alla Procura Federale. Si aprono i filoni di indagine da parte del capo della Procura, Chiné. Ad aprile 2022, ad esito del primo procedimento sulle plusvalenze, il Tribunale Federale proscioglie di fatto tutti gli indagati.

 

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