La Juventus, in attesa delle motivazioni della Corte Federale sui 15 punti di penalizzazione, affila le armi. Spunta un documento che potrebbe far annullare la sanzione.
Come noto, ad esito del processo bis sulle plusvalenze, la Juventus ha visto affibbiarsi la penalità di 15 punti nella classifica della serie A. Una vera mazzata per la squadra di Allegri. I bianconeri, dopo 19 turni, occupano la decima posizione a 23 punti. Senza la riduzione, imposta dalla pronuncia della Corte Federale d’Appello, sarebbero secondi, a pari merito col Milan, a quota 38.
Ovviamente, lo staff legale della Juventus sta preparando le carte da inviare al Collegio di Garanzia per ribaltare l’esito del processo plusvalenze. Il terzo grado di giustizia sportiva opera presso il Coni, agisce in veste di Cassazione. I giudici del Foro Italico, in teoria, valutano la legittimità piuttosto che la presenza di vizi di forma nella pronuncia. Non dovrebbero entrare nel merito del peso della sanzione, per farlo però spesso usano una formula specifica. Quando non annulla la sentenza né respinge pienamente il ricorso, il Collegio di Garanzia invita a “motivare meglio le decisioni prese”.
La Juventus non si arrende
Come noto, in tutti i processi, che sia giustizia ordinaria o sportiva, le difese cercano qualsiasi cavillo a sostegno dei propri clienti. Nel processo Bis sulle plusvalenze, la Juventus ha centrato l’attenzione su un passaggio specifico. I legali bianconeri hanno chiesto di poter prendere visione di una carta della Procura Federale.
Come spiega Tuttosport, il pool difensivo della Juventus voleva prendere visione della cosiddetta “Nota 10940” del 14 aprile 2021, materiale che Via Campania aveva spedito alla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio (CoVi.Soc). All’istanza della Continassa, in realtà datata 22 marzo 2022, il capo della Procura Federale, Giuseppe Chinè, rispose con un secco no.
La Juve ha paura del tracollo economico
Nel processo bis delle plusvalenze, per la Juventus, c’è tantissimo in gioco. Non si tratta soltanto di presente, se la Vecchia Signora non si qualificasse per la Champions, i bilanci sprofonderebbero e molti giocatori chiederebbero la cessione o magari non rinnoverebbero, vedi caso Rabiot. Ma perché Chinè non vuole trasmettere questi atti?
La risposta negativa di Chinè alla Juventus
La Juventus sul punto non molla un cm, troppo importante superare lo choc legato al processo plusvalenze. Alla prima istanza di marzo 2022, Chiné rispose testualmente: “La nota non fa parte del materiale acquisito nell’ambito del procedimento disciplinare”. I bianconeri però non recedono, la richiesta viene reiterata anche il 6, 11 e 12 aprile, aggiungendo ai destinatari la stess Co.Vi.Soc. Anche stavolta, un buco nell’acqua. La Procura Federale, arricchisce così la risposta: “La nota10940 del 14 aprile 2021 non costituisce atto d’indagine. Rimane estranea al fascicolo e all’attività istruttoria”.
La Juventus: “Quella carta fa parte dell’indagine”
I legali della Juventus non condividono questa lettura formale. Secondo loro, il materiale in oggetto entra pienamente nel processo bis sulle plusvalenze, costato 15 punti di penalizzazione alla squadra di Allegri. Per questo, sostengono, che la data di inizio del procedimento non può essere il 26 ottobre 2021, come risulta oggi. Secondo la difesa della Juventus, il d-day del processo va fissato il 21 aprile 2021. Parliamo di un eventuale vizio di forma che in prima battuta, andrebbe valutato come tale dal Collegio di Garanzia. In secondo luogo, sarebbe lo stesso organo a stabilirne il peso. Tradotto: basterebbe questa irregolarità a ridurre, anche parzialmente, la penalizzazione in classifica.