La Juventus è stata penalizzata di 15 punti dalla Corte Federale d’Appello della Figc. Piero Sandulli, spiega perché solo i bianconeri sono stati puniti.
I bianconeri, come noto, ad esito del processo bis sulle plusvalenze, hanno visto tagliarsi il bottino in classifica, finendo ora al 13° posto. Solo 23 punti, a fronte dei 38 conquistati sul campo.
Come noto, la pronuncia che ha punito la Juventus nasce dalla revisione di un procedimento che lo scorso maggio aveva visto, prosciolti da ogni accusa, tutti i soggetti e i club deferiti. A fare la differenza, nel procedimento revocato, le intercettazioni e la documentazione presente nelle 14000 pagine di ordinanza della Procura di Torino. A fare la differenza quindi, sono state le carte dell’inchiesta denominata Pisma.
Le motivazioni del processo bis sulle plusvalenze, pubblicate solo 48 ore fa, hanno provato a illustrare il perché solo la Juventus sia stata punita. Ovvio che nel mercato se uno vende, qualcuno compra e viceversa, ma i giudici della Corte Federale d’Appello hanno prpfondiamente motivato la loro pronuncia.
In primis, secondo i togati di Via Campania, le intercettazioni hanno dimostrato, solo per la Juventus, una natura sistemica nel mettere a bilancio il valore di un giocatore. In secondo luogo, vedi esempio della Sampdoria, un solo episodio, non può provare il dolo nascosto nelle modalità di effettuare una singola operazione di mercato.
Infine, spiega la Corte di II grado, la Procura Federale ha fatto richiesta di revisione solo per alcuni atti, tutti o quasi in carico alal Juventus. Ma, secondo il professor Piero Sandulli, già presidente del Collegio di II grado nel processo Calciopoli del 2006, il vero motivo per cui solo la Juventus è stata condannata, sarebbe un altro.
Piero Sandulli, uno dei Signori della giustizia Sportiva, oltre 20 anni in Figc, attualmente vice-presidente della II Sezione del Collegio di Garanzia (competente in materia di questioni disciplinari Figc), a Tuttosport ha spiegato il motivo della condanna della Juventus. “Da tempo, con altri colleghi, sostengo che il contenitore delle società quotate in Borsa mal si sposi con le società sportive”, spiega l’esperto, che poi entra nel dettaglio. “La revocazione prima e la sentenza poi si sono basati sugli elementi emersi nel corso degli accertamenti prodotti dalla Consob, che per definizione può naturalmente vigilare sui soli club presenti a Piazza Affari. Da qui nasce la sanzione ai danni della Juventus e la mancata sanzione nei confronti di tutte le altre società coinvolte”, afferma ancora Sandulli.
Al quotidiano di Torino, Sandulli illustra la specificità delle società quotate, scelta che comporta oneri e onori, noti tuttavia alle parti in causa. “Non c’è nessuna disparità. Questa condizione, di fatto, viene accettata dal club nel momento in cui entra in Borsa. E infatti si è arrivati alla sentenza attuale proprio sulla base dell’indagine Consob, che ha portato alla sussistenza di fatti inediti”, ribadisce ancora l’avvocato.
Infine, in merito ai 15 punti di penalizzazione inflitti alla Juventus, sei in più rispetto a quanto chiesto dall’accusa, Sandulli vede uno spiraglio per la difesa, almeno in termini di motivazioni. “Sui tecnicismi non posso esprimermi ma è singolare che non ci sia una sola riga sulla quantificazione della richiesta di punti di penalizzazione e sulla diversa metratura adottata dalla Corte”, sentenza il professore.
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