Non c’è pace in casa Juventus, anche dopo il 3-0 inflitto ieri al Nantes. Una nuova indagine potrebbe inguaiare i bianconeri.
Come noto, la Juventus a breve inoltrerà il ricorso al Collegio di Garanzia per la penalizzazione di 15 punti arrivata lo scorso 20 gennaio. I legali della Continassa puntano sia all’annullamento totale della pronuncia, sia all’accoglimento parziale con rinvio alla Corte Federale d’Appello.
La vittoria ieri in Francia consente alla Juventus di accedere agli ottavi di Europa League. Un’affermazione che ha un significato strategico per la squadra di Massimiliano Allegri, legato anche alle note vicende giudiziarie. Come noto, la giustizia sportiva italiana può comminare sanzioni inerenti solo le competizioni nazionali. Tradotto, salvo interventi di Uefa e Fifa, se la Juventus vincesse l’Europa League andrebbe dritta ai gironi di Champions League, superando così ogni penalizzazione da scontare in serie A.
Juve splendida a Nantes, ma arriva una nuova indagine
La tripletta di Angel Di Maria ha certamente riportato serenità in casa Juventus, criticata dopo il pareggio dell’andata, condizionato anche da evidenti errori arbitrali a danno della Vecchia Signora. Purtroppo, i fronti che il club, attualmente guidato dal neo presidente, Gianluca Ferrero, sono diversificati, soprattutto fuori dagli ambiti strettamente tecnici.
Tutto, come una grande valanga, ricorda Tuttosport, è iniziato lo scorso 24 ottobre, quando c’è stato l’avviso di conclusione indagini dell’inchiesta denominata “Prisma”. Il primo frutto è stata la penalizzazione, ma le conseguenze negative non sarebbero finite. Martedì scorso, a piangere potrebbe essere anche la Roma, è stato ascoltato Paulo Dybala per la nota vicende delle side-letter. Ieri, un altro calciatore, in passato alla Juventus, è stato oggetto dell’interesse degli inquirenti.
Juve, nuovo filone d’indagine: ascoltato Mandragora
Rolando Mandragora, 25 anni, ceduto dalla Juventus alla Fiorentina la scorsa estate per 8,2 milioni, è stato ascoltato dalla Procura di Torino. Il centrocampista, sotto contratto con i viola fino al 2026, è stato sentito dai pm torinesi – Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello- sempre in merito alla questione di possibili affari effettuati con altre squadre, passaggio di soldi dei quali non vi sarebbe traccia esplicita nei moduli o, forse nei bilanci.
Mandragora e la doppia cessione nel mirino dei pm
Gli inquirenti sabaudi hanno approfondito le modalità della doppia cessione del mancino napoletano. Mandragora infatti nel 2018 è passato dalla Juventus all’Udinese per 26 milioni, vendo poi ricomprato due anni dopo per una somma complessiva di 16 milioni. Secondo chi indaga, dietro a queste doppie transizioni di mercato, potrebbero celarsi altre scritture private. In questo caso si tratta di un esplicito diritto di “recompra”, opzione che in verità nasconderebbe un obbligo di riscatto nascosto. Secondo il quotidiano torinese, sarebbero stati auditi sia il papà-manager del calciatore, il vice-presidente dell’Udinese Stefano Campoccia, oltre l’ex dirigente della Juventus, Maurizio Lombardo.
Mandragora: i potenziali sviluppi
Restando in ambito penale, le carte di Mandragora e della Juventus potrebbero terminare anche nell’udienza preliminare dell’indagine Prisma, in programma il 27 marzo prossimo. A livello di giustizia sportiva, l’affaire Mandragora potrebbe rientrare pienamente nel filone sulle scritture private, ancora aperto nella Procura Figc. La contestazione sarebbe sempre quella relativa all’articolo 31 del Codice di Giustizia sportiva: violazioni in materia gestionale ed economica. Diversamente, potrebbe aprirsi un altro filone, ipotesi questa legata più a fattori tecnico-giuridici.