Il calcio del massimo campionato italiano rischia a breve di perdere un altro club storico. Senza i soldi di nuovi soci il sodalizio potrebbe sparire.
Quella della serie A è una situazione a rischio per tante squadre. Certo, per tutti non sarebbe corretto parlare di fallimento, ma le difficoltà per garantirsi un futuro credibile non mancano. A riprova di questo, il fatto che molte delle cosiddette big sono finite in mano a fondi, comunque di proprietà straniere.
Pensando al vertice della serie A, Lazio e Napoli rappresentano delle eccezioni, seppur con le dovute differenze. Aurelio De Laurentiis, presa la squadra dal fallimento grazie al Lodo Petrucci (Giovanni, ex presidente Coni, ndr), l’ha resa una società modello. L’imprenditore romano invece ha preferito accollarsi i debiti. Grazie ad una transazione col fisco lunga oltre 20 anni, ora la Lazio non ha più problemi di sopravvivenza e si trova nelle parti nobili della classifica. La Roma è dell’imprenditore Usa Dan Friedkin, il Milan è di Jerry Cardinale e di RedBird. La Fiorentina è stata acquistata dall’italo americano Rocco Commisso. Infine l’Inter di Steven Zhang ha sempre in pegno el azioni, il fondo Oaktree è una sorta di grande socio ombra.
Bilancio in rosso: un club in lotta per non retrocedere trema
Se le difficoltà toccano anche i club più potenti della serie A, figurarsi quali siano le montagne da scalare per le realtà più piccole, spesso legate alla capacità di proprietari avveduti. Esempio positivo in tal senso è l’Empoli. Fabrizio Corsi ha cerato una macchina sofisticata, quando retrocede dopo un anno ritrova la massima serie. Alla base del successo, la capacità di fare mercato e soprattutto un settore giovanile straordinario.
Chi invece è retrocesso lo scorso anno, ai margini del cambio di proprietà, è il Genoa. Il Grifone, dopo anni di sofferenze nei conti, il 22 settembre 2021 è passato da Enrico Preziosi al fondo 777 Partners, già proprietario del 6% del Siviglia. Ora l’altra realtà calcistica di Genova, la Sampdoria, si trova pesantemente nei guai.
La Sampdoria: serve un prestito per non fallire
Dal 6 dicembre 2021, formalmente, Massimo Ferrero non è più il presidente della Sampdoria. L’imprenditore cinematografico lasciò l’incarico anche in seguito all’arresto a causa dell’indagine della Procura di Paola. Da quel giorno sul futuro dei blucerchiati tanti rumors, ma nulla di concreto. Al momento non ci sono soldi in cassa, per salvare la Sampdoria si lavora ad un’ipotesi specifica. Il cda sta incardinando un prestito convertibile in cambio dia zioni del club. L’organo di controllo del club si riunirà la prossima settimana, servono nuovi soci che immettano liquidità.
Un bond per salvare la Sampdoria: i tempi
Come spiega sampnews24.it, il bond dovrebbe essere sottoscrivibile al massimo entro l’inizio di aprile. I soldi che entreranno nella Sampdoria, di fatto, saranno un prestito fatto da nuovi potenziali soci a Vanessa e Giorgio Ferrero. In cambio della moneta, i potenziali futuri proprietari riceveranno in pegno le azioni blucerchiate. Tecnicamente, finché la prima tranche di soldi non entrerà, i Ferrero manterranno il controllo del club.
Futuro Sampdoria: è corsa a due
Come detto, entro la prossima settimana si terrà il cda della Sampdoria. I due amministratori, Gianni Panconi e Alberto Bosco, dovrebbero vedere a Milano sia l’advisor, Banca Lazard, sia Banca Sistema. Al momento, gli unici due profili che potrebbero sottoscrivere il bond della sampdoria sono Massimo Zanetti, ovvero mister Segafredo e Raffaele Mincione, ceo della Wrm Group.