Non c’è pace in serie A per un club storico, costretto a combattere più fuori dal campo che dentro. Ora la società potrebbe rimanere senza docce e campo d’allenamento.
La vicenda, appare triste e decisamente incomprensibile se consideriamo che stiamo parlando di serie A, uno dei cinque massimi campionati europei. In realtà, il calcio italiano sta vivendo una lunga crisi dalla quale sta cercando vanamente di uscire. Oggi, a Milano si tiene l’ennesima assemblea di Lega serie A sul tema dei diritti tv e del potenziale ingresso nella stanza dei bottoni di Via Rosellini.
In realtà, la serie A ha diverse realtà che faranno faticare a mantenere la categoria, sia per motivi tecnici, sia per la difficoltà a sostenere bilanci troppo alti. Alla base i due soliti nodi: la dipendenza dai diritti tv e la mancanza di stadi di proprietà.
Diritti tv: la serie A continua ad arrancare
In serie A la voce principale degli incassi restano i diritti tv, pari in media a circa il 60% del totale. Il contratto in scadenza nel 2024 con Sky e Dazn vale 930 milioni a stagione, somma che difficilmente si potrà ottenere nel prossimo bando triennale. Insomma, orizzonte sempre più nero, tanto che tra le ipotesi al vaglio c’è quello di un prestito bancario pari a circa 2 miliardi di euro, somma da investire, forse, su una piattaforma di proprietà della Lega.
In Europa quello italiano è il campionato che nell’ultimo periodo ha perso più appeal. Secondo il sito socialmediasoccer.com, questa la classifica degli introiti da diritti tv nelle prime cinque leghe europee: Premier League: 3,394 miliardi di euro; Liga: 2,049 miliardi di euro; Bundesliga: 1,440 miliardi di euro; Serie A: 1,313 miliardi di euro; Ligue 1: 830 milioni di euro. Insomma, solo la Francia sta peggio di noi, un vero disastro. Anche per questo motivo, in serie A c’è chi non paga la concessione del campo d’allenamento. Accade a Genova.
Sampdoria: a rischio la concessione del centro di Bogliasco
Dopo il 4-2 subìto ieri all’Allianz Stadium ad opera della Juventus, la Sampdoria è sempre più ultima in classifica. Non bastasse una retrocessione già scritta, i tifosi blucerchiati tremano per l’esistenza stessa del club. Come noto infatti, il Tribunale di Genova ha accettato la composizione negoziale proposta dal board della Sampdoria, in cambio ha posto due condizioni principali: il saldo dei debiti pari a circa 200 milioni di euro: il cambio della proprietà. Venerdì scorso però un’altra tegola: il comune di Bogliasco reclama il pagamento della concessione del Centro Sportivo “Gloriano Mugnaini”, sede d’allenamento della Sampdoria.
La Samp non paga: chiesta la decadenza della concessione
Come riporta sampmews24.com, la seduta del Consiglio Comunale a Bogliasco, dello scorso venerdì è stata incentrata sull’interrogazione a firma Federico Fossa. Il consigliere comunale ha chiesto chiarimenti sul mancato incasso, da parte del Municipio, del dovuto circa la concessione del Centro Sportivo “Gloriano Mugnaini”. “Il Sindaco e il delegato allo sport risultano essere in ritardo di oltre anno nel chiedere la decadenza della concessione, visto che il mancato rispetto degli obblighi previsti dalla convenzione in essere con la Sampdoria si sta protraendo da parecchio tempo e il credito che il comune ha maturato sta raggiungendo cifre veramente importanti. Il Comune di Bogliasco deve essere attore protagonista nell’ambito della concessione dei campi alla Sampdoria”, si legge infatti nell’interrogazione, così come rivelato da La Voce di Genova.
Il consigliere: “Debiti Sampdoria per quasi 400.000 euro”
I debiti della Sampdoria con Bogliasco sono alti. “Al momento ci sono tutti i presupposti affinché venga a decadere questa convenzione che riguarda un’area nevralgica di Bogliasco ed è assolutamente impensabile che per prendere dei provvedimenti si stia in attesa degli sviluppi legati alla possibile cessione della società calcistica. Al 31 dicembre 2022, risulta che l’U.C. Sampdoria ha maturato un debito nei confronti del Comune di Bogliasco pari a € 345.354, una cifra altissima che è destinare ad aumentare in questi primi mesi del 2023”, continua ancora il consigliere comunale che poi ricorda come, ad analoga precedente interrogazione, dal comune non sia giunta ancora risposta.