La difesa della Juventus ora ha in mano tutte le carte del processo plusvalenze. Le prossime mosse della Vecchia Signora.
Quella scorsa è stata una settimana complessa, articolata, per la Juventus, in campo e fuori. Tecnicamente parlando, è iniziata con la sconfitta i 5 marzo all’Olimpico con la Roma, un ko che ha allontanato i bianconeri dalla corsa Champions, almeno in campionato. A rinfrancare i sabaudi, l’1-0 al Friburgo a Torino nell’andata degli ottavi di Europa League giovedì scorso, proseguendo poi, sempre tra le mura amiche, con il 4-2 in campionato.
In ambito giudiziario, la Juventus ha messo a segno un triplo colpo, quanto significativo lo dirà il Collegio di Garanzia, pronunciandosi da metà aprile in poi. Nello specifico, gli avvocati di Fabio Paratici e Federico Cherubini, rispettivamente ex e attuale direttore sportivo della Juventus, hanno promosso e vinto il ricorso al Tar, ottenendo la visione della famosa “nota 10940”. Parliamo del carteggio Procura Federale-Covisoc, documenti di aprile 2021. In secondo luogo, sempre gli avvocati dei due dirigenti bianconeri hanno visto il Consiglio di Stato bocciare l’istanza Figc. Via Allegri aveva chiesto la sospensiva dell’ordinanza del Tar, i giudici di Palazzo Spada hanno bocciato il ricorso, sostenendo che non vi fossero “motivi di urgenza né di gravità”. L’ultimo sorriso per i legali vicini alla Juventus è arrivato stamattina.
Juventus: consegnata anche la seconda carta Covisoc
In casa Juventus, i legali di Fabio Paratici e Federico Cherubini hanno vinto un’altra battaglia. Oltre a possedere la suddetta nota 10940, i due difensori stamattina hanno ricevuto dalla Figc quella che viene convenzionalmente definita la “seconda carta Covisoc”. In realtà, cronologicamente parliano della prima comunicazione tra Paolo Boccardelli, presidente Covisoc e Giuseppe Chinè, Procuratore federale. La nota 10940 infatti è datata 21 aprile 2021, quella ricevuta oggi dai legali bianconeri è del 31 marzo.
I legali di Paratici e Cherubini hanno ottenuto le carte senza dover presentare istanze specifiche, ma solo una richiesta alla Figc. Così come accaduto per la nota 10940, anche nelle due pagine trasmesse oggi, la Juventus non viene mai nominata, il contenuto riguarda “situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio” in vista di “potenziali iniziative istituzionali”.
Penalizzazione Juve: le prossime mosse della difesa
La Juventus, avverso la penalizzazione di 15 punti, ha promosso istanza al Collegio di Garanzia. Gli avvocati della Continassa puntano su vizi procedurali per ottenere, almeno parzialmente, la riduzione della sanzione. Si lavora in punta di diritto. I legali della Juventus sperano infatti che il non aver ricevuto, nei tempi dovuti, il carteggio Covisoc-Procura Federale, possa indurre il Collegio di Garanzia a invalidare il processo. Ipotesi decisamente ardua, considerato che nelle due note, in tutto 8 pagine, non si nomina mai la Juventus, né si fa riferimento a fatti specifici inerenti il procedimento plusvalenze.
Penalizzazione Juve: cosa può decidere il Collegio di Garanzia
Come noto, il Collegio di Garanzia riveste il ruolo di Cassazione dello Sport. Giudica su difetti di legittimità e vizi procedurali, tre le pronunce possibili. In primis, accoglimento totale dell’istanza delal Juve, penalizzazione cancellata con sentenza inappellabile. In secondo luogo, ricorso bocciato integralmente, la penalizzazione resta di 15 punti. Infine, i giudici del Foro Italico potrebbero ravvisare un difetto nelle motivazioni, annullare il dispositivo con rinvio alla Corte d’Appello Federale. In questo caso, assisteremmo ad una riduzione della sanzione.
Il giudice Figc sulla carta Covisoc: “Non vedo motivi per annullare la penalizzazione”
Antonio Rinaudo, giudice del Tribunale Federale della Figc, non coinvolto nel processo Juventus sulle plusvalenze, ha parlato a Tuttosport. «Il Collegio controllerà che la sentenza sia correttamente motivata, quindi che non ci siano un vizio di motivazione o una violazione di legge. Ad esempio: c’è la norma che prescrive che il Procuratore Federale deve iscrivere entro 30 giorni da quando riceve la notizia di reato a che le indagini non possono durare più di 60 giorni”, spiega l’esperto. “Se fosse emerso questo, con la nota 10940, sarebbe emersa una potenziale fallacia del processo. Ma ciò non è. Allo Stato, a mio avviso, da quello che ho letto e studiato, non vedo proprio cosa ci possa essere di anomalo”, sentenzia il giudice torinese.