Può succedere di perdere le staffe con un esponente della polizia locale. Se sei un dirigente di un club però non arriva la multa ma il Daspo.
Il Daspo, Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive, nasce proprio per contrastare i reati di violenza comessi in occasioni di manifestazioni sportive. Un provvedimento pensato soprattutto per le frange di tifosi più violenti, poi esteso ad altre fattispecie.
Addirittura, la prima normativa per reati da stadio parte da lontanissimo: legge numero 410 del 13 dicembre 1989. Dopo una serie di evoluzioni del provvedimento, l’ultima legge in tal senso sul Daspo venne promulgata nel 2007. Parliamo del Decreto Legge n.8 dell’8 febbraio 2007, convertito il 4 aprile 2007, la n.41, la cosiddetta Legge Amato.
Come detto, il Daspo è un provvedimento di natura amministrativa che limita la libertà delle persone colpite per aver violato la legge in termini di reati da stadio. Il soggetto colpito dal Daspo infatti, non potrà prendere parte alle manifestazioni indicate da chi emette il Daspo, in genere il Questore. Il Daspo può essere omesso con obbligo di firma o senza. Ovvero, per i presunti tifosi, per i soggetti più pericolosi, o recidivi, oltre a non poter accedere allo stadio, c’è l’obbligo di recarsi al commissariato per apporre una firma. La sigla può essere richiesta, prima, durante e dopo la fine dell’evento sportivo.
Soprattutto in occasioni di fatti gravissimi, come può essere scontro tra tifosi oppure aggressioni ad un soggetto o esposizioni di striscioni discriminatori, spesso si è parlato di Daspo a vita. In Italia al momento la normativa vigente non prevede questo tipo di pena. Inoltre, in questo caso si andrebbe anche a cozzare con norme internazionali, laddove il Daspo andasse emesso a carico di soggetti stranieri, oevvero cittadini non italiani. Basti pensare a quanto accaduto a Napoli solo 48 ore fa con i tifosi dell’Eintracht.
A finire nel mirino della giustizia stavolta è stato Raffaele Vrenna, direttore generale del Crotone, squadra che milita nel girone C della Serie C. I calabresi sono secondi a 67 punti, staccati di 16 dal lanciatissimo Catanzaro. La situazione imperfetta in campionato può aver contribuito a scaldare gli animi, vediamo che è successo al dg del Crotone.
Il questore di Crotone ha emesso nei confronti del figlio del presidente Gianni Vrenna, Raffaele, dg del club un daspo senza obbligo di firma per la durata di un anno, a seguito di un episodio accaduto all’esterno dello stadio “Ezio Scida”. Tutto si sarebbe svolto lo scorso 29 gennaio, prima del match interno con il Potenza. La Municipale era impegnata nelle normali operazioni di prevenzione e controllo, quando si sarebbe verificato l’alterco che ha portato al provvedimento del questore. Raffaele Vrenna era già stato oggetto di altri provvedimenti disciplinari emessi da parte del giudice sportivo nel corso di questa e delle precedenti stagioni calcistiche. farà ricorso contro il Daspo.
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