Andrea Abodi è un ministro che spiazza spesso e volentieri, il calcio italiano deve essere riformato con un particolare mirino alle big di Serie A.
Lo Sport ha bisogno di un cambio di passo in Italia, il ministro Abodi sa bene come non bisogna perdere più tempo e la Serie A dovrà dare decisamente una mano, le big avranno poco tempo per fantasticare, quanto dovranno mettersi subito all’opera.
Abodi duro sul calcio italiano
È un momento di grande riflessione per tutti, la gara tra Malta e Italia darà altre indicazioni sulla Nazionale. Il calcio italiano però è spesso nel mirino del ministro Andrea Abodi, un uomo che spesso è diventato protagonista intervenendo con grande decisione.
Il suo modo di vedere la Serie B fu lungimirante, Abodi ha nel mirino le big di Serie A, squadre che spesso e volentieri lasciano polemiche senza poi andare al sodo. L’ultimo messaggio lanciato su Twitter dal ministro fa capire come ci sia anche un limite di pazienza finito sul calcio italiano.
Ministro contro le big, i motivi
Parlare e basta, uno sport tipicamente italiano… all’interno dello sport e soprattutto nel calcio italiano. La Serie A non è proprio un modello di riferimento, club indebitati, squadre con l’acqua alla gola e un segnale di maggiore aderenza da riprendere quanto prima.
La frecciata di Abodi arriva alle big di Serie A, in particolare sul fronte degli stadi. Nel suo ultimo messaggio, il ministro Abodi ha sottolineato come negli ultimi trent’anni si sia fatto poco in materia: «Sul tema stadi negli ultimi 30 anni siamo riusciti a fare poco, troppo poco, insopportabilmente – scrive Abodi indicando implicitamente la Serie A – Le ragioni e le responsabilità ormai servono solo a fare tesoro dell’esperienza e a cambiare passo».
Stadi in Serie A, si dovrà accelerare
Un segnale netto per tutto l’ambiente. Il calcio italiano dovrà velocizzarsi, impossibile rimanere prigionieri delle beghe burocratiche tra le big di Serie A e le amministrazioni comunali. Ogni parte difende i propri interessi, ma delle big solo la Juventus ha uno stadio di proprietà, e nemmeno inaugurato in tempi recenti (estate 2011).
Abodi spinge sul calcio italiano, dovrà adeguarsi ai tempi moderni e le big in Serie A dovranno mostrare collaborazione. Soprattutto per l’obiettivo di Euro 2032: «Avere l’europeo sarà molto utile, ma non può essere indispensabile. Dobbiamo, vogliamo fare, insieme». Chiosa accomodante, ma messaggio arrivato al mittente a quanti parlano di stadio. In Serie A tutte le big hanno presentato progetti e allargato il fronte della discussione, ma i tempi di azione si allargano sempre più.