Tina Turner è stata un’icona della musica, ma ha cambiato per sempre anche lo sport: ecco la storia della sua rivoluzione dimenticata.
Il 24 maggio 2023 il mondo della musica e dello spettacolo internazionale è stato sconvolto da una notizia tremenda: all’età di 83 anni è morta, nella sua casa in Svizzera, Tina Turner, la regina del rock and roll. Un brutto colpo per milioni e milioni di appassionati cresciuti con la sua musica, ascoltando e cantando a squarciagola le sue hit, da Proud Mary a The Best.
Ma un brutto colpo anche per gli appassionati di sport di tutto il mondo. Forse in molti lo hanno dimenticato, ma Tina ha contribuito a cambiare per sempre la storia dello sport. Forse inconsapevolmente. Ma anche questo è un segnale di grandezza.
La storia della rivoluzione di Tina Turner nel mondo dello sport è una storia vecchia, spesso dimenticata, ma che nelle ultime ore è stata giustamente riportata alla luce dal Guardian. Riguarda una vicenda di parecchi anni fa, quando l’iconica cantante del Tennessee era all’apice del successo da solista, e quando invece uno degli sport oggi più popolari al mondo godeva di una fama e di una reputazione non proprio eccezionali.
Una vicenda che ha legato per sempre il suo nome a uno sport in particolare e che l’ha resa, con tutta probabilità, la donna più amata del New South Wales e del Queensland. O forse dell’Australia intera. Perché quello che lei è riuscita a fare non è stato più replicato da nessuno, per quanto ci abbiano provato in molti. Dai Bon Jovi a Tom Jones, tutti hanno dovuto inchinarsi alla forza del suo esempio, alla potenza di performance capaci di cambiare, in un colpo solo, il mondo della musica e quello dello sport.
La rivoluzione dimenticata di Tina Turner: ecco perché il mondo dello sport dovrà sempre ringraziarla
Erano gli ultimi sgoccioli degli anni Ottanta. Tina, che già si era conquistata il titolo di regina del rock and roll grazie a circa vent’anni di straordinaria carriera con l’ex marito Ike, aveva raggiunto i vertici delle classifiche di tutto il mondo anche da solista, complice l’exploit di brani indimenticabili come The Best.
In quel momento era una delle interpreti più acclamate sul pianeta, e non aveva praticamente nulla in comune con uno sport che proprio grazie a lei avrebbe potuto trovare la notorietà di cui gode ancora oggi.
Seguito già da molti appassionati in Australia, il rugby all’epoca era visto come uno sport barbaro e brutale, decisamente lontano dal concetto di sport-spettacolo all’americana che già stava iniziando a prendere quota nel football a stelle e strisce, nel basket e anche nel calcio europeo.
Serviva una svolta per cambiare l’immagine di quel gioco. Serviva qualcuno che potesse in qualche modo ‘ripulirlo’, renderlo glamour, sexy, seducente per tifosi e tifose di tutto il mondo. Un’impresa apparentemente impossibile. Per tutti, ma non per Tina. Fu la folle idea di due dirigenti visionari, Ken Arthurson e John Quayle.
Furono loro a contattare la superstar per farla diventare una sorta di icona della Rugby League, volto e voce di campagne promozionali, spettacoli dal vivo, momenti di musica e di intrattenimento che mai prima d’ora si erano avuti nel mondo dello sport australiano. Poteva sembrare una pazzia. Nessuno all’epoca avrebbe scommesso un dollaro sul successo di un’operazione di marketing di questo tipo. Invece, il risultato fu strabiliante.
Nella storia del rugby australiano c’è un prima e un dopo Tina Turner. Fino agli anni Ottanta si trattava di uno sport semi-professionale, famoso soprattutto per la sua violenza. Dopo, divenne un gioco moderno, commercialmente spendibile, aggressivo, tenace, ma anche tecnico e veloce. Un gioco in grado di sedurre il grande pubblico.
E con esso anche le televisioni. Fu così che la Rugby League trasformò lo sport nazionale in un grandissimo business multimilionario. Un successo che forse non sarebbe mai accaduto, o almeno non così rapidamente, senza il contributo fondamentale di Tina Turner. Un’artista che con la sua voce, il suo volto, le sue canzoni, riuscì a imprimere l’accelerazione in una rivoluzione commerciale che diverrà di lì a poco esemplare per lo sport in tutto il mondo. L’ennesima eredità di inestimabile valore da parte di un’artista unica e leggendaria. Una donna che non dimenticheremo mai.