Tra qualche giorno Monchi affronterà il suo passato in finale di Europa League. Il dirigente spagnolo ha parlato della sua avventura alla Roma terminata nel 2019
Manca sempre di meno alla finale di Europa League tra Roma e Siviglia. Entrambe le squadre hanno perso nell’ultimo turno di campionato. I giallorossi contro la Fiorentina 2-1 con una pazza rimonta della Viola nel minuti finali grazie ai gol di Jovic e Ikoné. Stesso risultato, e modalità, degli andalusi col Real Madrid.
I Blancos hanno espugnato Siviglia grazie alla straordinaria doppietta di Rodrygo. A Budapest le due squadre si giocheranno la stagione e sarà importante vincere per partecipare alla prossima Champions League.
Da una parte una squadra che ha nel palmares 6 Europa League, l’ultima vinta contro l’Inter nel 2020. Dall’altra Mourinho che non ha mai perso una finale europea. Fino a oggi ha vinto 2 Champions League (Porto e Inter), 2 Coppa Uefa (Porto e Manchester United) e una Conference League con la Roma a Tirana.
Per la prima volta i giallorossi fanno due finali di fila europee. Di fronte si troveranno due ex. Uno sarà il Coco Lamela che è stato allenato anche da Mourinho ai tempi del Tottenham. L’altro invece è Monchi, ds del Siviglia che a Roma non ha lasciato un bel ricordo.
Monchi torna a parlare della Roma: il retroscena sul suo addio
Monchi a Roma viene ricordato per il disastroso lavoro fatto dal 2018 al 2019. Lo spagnolo ha smembrato una squadra che era arrivata in semifinale di Champions League e terza in classifica. Il direttore sportivo del Siviglia ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere dello Sport: “Il punto è che al Siviglia ho anche qualche bonus da spendere, perché ho una storia. Alla Roma non avevano tempo da concedermi per rimediare agli errori”.
L’ex ds giallorosso ha parlato anche dei suoi errori sul mercato prendendosi le colpe senza attaccare nessuno: “Non fu solo Di Francesco il motivo delle mie dimissioni: semplicemente non c’era più sintonia. Per colpa di chi? Mia. Almeno al 95 per cento”.
Insomma, Monchi ha preferito non generare polemiche e tenersi eventuali sassolini nelle scarpe. Ha dimostrato grande onestà intellettuale, preferendo prendersi tutte le responsabilità del fallimento del progetto tecnico in quella stagione. E adesso non resta che concentrarsi sulla sfida di mercoledì prossimo, quando, a Budapest, sfiderà quello che è stato, seppur in maniera breve, il suo passato.