Il fenomenale calciatore argentino ha fatto le fortune della squadra giallorossa ma anche quelle dei club dove sarebbe potuto andare
Amato dal popolo giallorosso, rimpianto – sebbene le stagioni delle squadre che si erano interessate a lui la scorsa estate sono state più che positive – da chi aveva pensato di acquistarlo, universalmente riconosciuto come talento di categoria superiore. Uno di quelli come se ne vedono pochi.
Stiamo parlando di Paulo Dybala, il fantasista argentino che anche nell’ultimo atto dell’Europa League, disputato dopo 20 giorni di assenza totale dai campi, ha fatto vedere di che pasta sia fatto.
Tormentato, praticamente una costante della sua carriera, da tanti piccoli infortuni che ne hanno pregiudicato l’impiego in parecchie gare, il campione del mondo si è dimostrato però sempre decisivo ogni qualvolta è stato chiamato in causa. Anche dopo un infortunio piuttosto serio, o dopo un discreto periodo di inattività, l’albiceleste ha sempre risposto presente.
Merito di una classe superiore, e della capacità di alzare il livello in modo direttamente proporzionale all’importanza della posta in palio. Anche il Siviglia, avversario della Roma nella finale di Europa League, ne sa qualcosa. Al di là del fatto che poi gli andalusi abbiano avuto la meglio grazie ai tiri dal dischetto.
Anche se la trasferta di Budapest si è trasformata in una beffa per i tantissimi tifosi giallorossi al seguito e per gli stessi giocatori della Roma (soprattutto lo stesso Dybala è scoppiato in un pianto incontrollato a fine gara), non v’è dubbio che l’argentino abbia contribuito enormemente alla crescita del club capitolino in termini di innalzamento dello status. E del mantenimento del prestigio che l’ha comunque visto partecipare a due finali europee consecutive.
Nella prima la Joya non c’era, ma nella seconda sì. E se solo avesse avuto più minuti nelle gambe, chissà come sarebbe andata a finire. Un cruccio che tormenterà ancora a lungo sia il calciatore che lo stesso José Mourinho.
Ad ogni modo è curioso constatare come anche gli altri club che, chi più chi meno, erano andati vicini al suo acquisto, abbiano poi effettuato lo stesso percorso di crescita della Roma. In taluni casi forse in modo anche più netto, considerando l’incredibile approdo alla finale di Champions League da parte dell’Inter. Un traguardo certamente non preventivabile ad inizio stagione.
Insomma, basta che il nome di Dybala sia accostato a qualche squadra, che questa l’anno successivo vince. O si mette in condizione di trionfare nell’ultimo atto. Forse è solo una coincidenza, o un’associazione causa-effetto poco dimostrabile, ma sta di fatto che al momento le cronache sportive sembrano confermare – o aver già confermato – il ruolo di amuleto speciale del talento sudamericano.
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