Con una prodezza da urlo il giovane talento si è imposto all’attenzione del grande calcio: adesso il suo cartellino vale 30 milioni.
Nel calcio di oggi basta un attimo per cambiare una carriera, basta un gesto tecnico di altissimo livello per far scoprire al mondo intero un talento. Questione di tempismo. Bisogna saper sfruttare le occasioni quando arrivano, aspettando pazientemente il proprio momento.
C’è un giovane campioncino che lo ha fatto, ha saputo attendere e, con una prodezza degna di un predestinato, è riuscito finalmente a mostrare al mondo tutta la sua classe. Una soddisfazione immensa per lui, un affare clamoroso per il suo club: il suo cartellino adesso vale una fortuna.
Nel calcio moderno, e non solo in quello italiano, spesso ci lamentiamo per la mancanza di qualità. In un mondo che va sempre più veloce, anche il calcio sembra essersi adeguato. Il prototipo del giocatore ideale, in questo momento, è Kylian Mbappé. Un fuoriclasse assoluto, certo, dotato di una tecnica invidiabile. Ma soprattutto un atleta fuori dal comune, rapido, veloce, agile, forte fisicamente.
Ma la ricerca della perfezione dal punto di vista atletico a volte fa passare in secondo piano la capacità naturale di saper giocare a calcio, saper dare del ‘tu’ al pallone. Quella qualità innata che fino a pochi anni fa contraddistingueva un potenziale buon giocatore da un potenziale fenomeno.
Eppure, può bastare una prodezza per ribaltare ogni cosa. Può bastare un colpo da predestinato per dimostrare che anche un calciatore alto 1 metro e 66 può ancora fare la differenza, anche in questo calcio moderno. Un colpo che potrebbe cambiare per sempre la sua vita e quella del club che ne detiene oggi il cartellino.
Il Mondiale Under 20 giocato in maniera straordinaria dagli azzurrini è servito a far esplodere a livello internazionale alcuni giovani talenti italiani di cui da tempo si parlava benissimo, ma ancora nel nostro calcio non erano riusciti a trovare lo spazio che forse meritavano.
Stiamo parlando di giocatori come Casadei, addirittura utilizzato dall’Inter come ‘sacrificio’ per sanare i conti, ma anche Salvatore Esposito, altro talento nerazzurro, Giuseppe Ambrosino, scuola Napoli, Tommaso Baldanzi, esploso quest’anno ad Empoli. E poi lui, quello che da molti è stato definito il nuovo Roberto Baggio: Simone Pafundi.
Il gioiellino che da anni ha stregato Roberto Mancini, al punto da permettergli di conquistare la maglia della Nazionale azzurra ancor prima di imporsi in Serie A, è un talentino classe 2006, fisicamente ancora poco prestante ma dotato di un talento prezioso, di quelli che vanno preservati e coltivati con cura maniacale.
Fino ad oggi di lui si era parlato un gran bene. Nonostante questo, nemmeno Sottil all’Udinese aveva avuto il coraggio di puntare veramente sulla sua classe, preferendogli giocatori magari di minor talento, ma fisicamente più formati. Non a caso, nella stagione appena conclusa, la sua prima stagione a cavallo tra Serie A e Primavera, ha collezionato solo 8 presenze nella massima categoria, per un totale di 77 minuti, che si vanno a sommare ai 22 della sua primissima presenza in Serie A, arrivata sul finale dello scorso anno.
Troppo poco per permettergli di acquisire credibilità. Eppure, Mancini ci aveva visto lungo, e lo ha dimostrato lo stesso Pafundi. Alla prima occasione utile, durante una gara non proprio semplice, la semifinale del Mondiale Under 20 contro la Corea del Sud, ha fatto strabuzzare gli occhi di tutti gli appassionati pennellando con il suo mancino una punizione perfetta, maradoniana, un colpo del destino per lui che è stato cresciuto dalla sua famiglia con l’idolo Diego come punto di riferimento.
È nata definitivamente una stella, proprio lì, nell’Argentina del Pibe? Affermarlo con certezza è ancora difficile. Quel che è certo è che oggi gli occhi delle grandi d’Europa sono tutti puntati su di lui. E l’Udinese dei Pozzo già pregusta l’affarone. Per strapparlo alla sempre cara bottega bianconera, infatti, in questo momento servirà un’offerta importante, mostruosa per un ragazzo di soli 17 anni: almeno 30 milioni, prendere o lasciare. Ci sarà qualche grande club disposto a scommettere una somma così importante per un calciatore ancora da formare?
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