Il suo futuro non sarà più all’Inter. Nonostante “rischi” di vincere il suo quinto trofeo in maglia nerazzurra, presto cambierà maglia.
Nel 2017 era arrivato in maglia nerazzurra come uno dei giovani centrocampisti più promettenti del nostro campionato. Le prestazioni offerte negli anni dell’Atalanta erano riuscite a regalargli anche la maglia dalla nazionale maggiore, dopo i fasti nell’Under 21.
Ben strutturato fisicamente, 188 centimetri, intelligente tatticamente, non velocissimo, Roberto Gagliardini, nel passaggio dalla Dea all’Inter, trovava il riscontro e le attese favorevoli degli addetti ai lavori, conquistandosi anche, seppur non sempre con la continuità che molti avrebbero immaginato, il posto da titolare, non nella prima ma nella seconda stagione, alla corte di Spalletti, che lo vedeva addirittura scendere in campo per ben 30 volte.
Il quarto posto finale dei nerazzurri lasciava però la sensazione che, con tutta la squadra, avrebbe potuto fare molto di più nella seconda annata, e che i margini di miglioramento erano ancora ampi. Qualcosa però comincia gradualmente a incrinarsi nel rapporto con l’attuale allenatore Campione d’Italia.
La concorrenza inizia a essere ampia, e nella terza stagione viene addirittura escluso dalla lista Champions per questioni di far play finanziario. Scende solo 19 volte in campo nella terza annata in maglia nerazzurra, e va a segno 5 volte. Una stagione quindi, per certi versi, migliore della prima, almeno come realizzazioni, nonostante le tante panchine, con le due doppiette, alla Spal e al Genoa.
E’ un po’ il destino di Gagliardini: oltre 100 presenza con la maglia dell’Inter, riesce a conquistarsi in parte anche i i favori degli allenatori, vedi le annate con Conte, e infine vince anche tanto, ma non lascia il segno come lui stesso avrebbe immaginato. Uno scudetto con Antonio Conte, due supercoppe europee, una coppa Italia. E adesso potrebbe addirittura laurearsi campione d’Europa.
Gli addetti ai lavori, però, riconoscono, che spesso ha trovato spazio, anche e soprattutto grazie agli infortuni di molti compagni di squadra. Con il tempo anche Mancini si accorge che Gagliardini non è quell’enfant prodige che tutti si attendevano, seppur un buon giocatore per la massima serie, e dal 2020 non vede più la maglia della nazionale maggiore.
In un bilancio complessivo si può dire che L’acquisto del centrocampista sembrava il guanto di sfida a suon di milioni lanciato da Suning alla Juventus, ma dopo due anni e mezzo la sensazione diffusa è quella dell’amaro in bocca per un giocatore che dava l’impressione di poter essere decisivo per la causa interista ma che ad oggi non sembra essere mai riuscito a farlo.
Inzaghi non stravede per il suo rinnovo, gli estimatori non gli mancano, a 29 anni Roberto Gagliardini, con oltre 100 presenze in nerazzurro e una Champions ancora da vincere, lascerà certamente la Pinetina a fine stagione.
La Lazio e il Monza lo inseguono, soprattutto gli ambiziosi uomini di Raffaele Palladino potrebbero rappresentare una interessante prospettiva, anche se il prestigio di giocare con la maglia biancoceleste della Capitale non è cosa da poco. Sullo sfondo, più defilato, anche un possibile ritorno alle origini, all’Atalanta.
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