Momento ancora complicato per l’ex portiere della Juventus ma qualcosa, per fortuna, sembra stia migliorando.
Stefano Tacconi è sempre più spesso nei pensieri di milioni di appassionati di calcio da almeno un anno e mezzo. Da quando fu, purtroppo, vittima di un incidente grave.
L’ex estremo difensore della Juventus, che a Torino ancora oggi ricordano con affetto soprattutto per i numerosi trofei alzati ma anche per il suo spessore umano, nell’aprile dell’anno scorso fu colpito da una emorragia cerebrale dovuta alla rottura di un aneurisma.
In genere, un tale trauma comporta una condizione medica abbastanza preoccupante, ma per fortuna il buon Tacconi non solo è riuscito a superare la fase critica, ma anche a diventare via via sempre più autosufficiente. Un risultato straordinario se si pensa a tutto il percorso che Stefano ha intrapreso grazie all’aiuto della famiglia.
Tacconi, parla il figlio: condizioni in costante miglioramento
Nato a Perugia nel 1957, Stefano Tacconi è uno dei portieri simbolo del calcio italiano targato anni 80′. Nel corso della sua carriera ha giocato con Juventus, Genoa, Avellino e Livorno. Con i bianconeri ha vinto praticamente di tutto, in Italia e in Europa: due scudetti (1983/1984 e 1985/1986), una Coppa delle Coppe, una Coppa Italia, una Supercoppa UEFA, una Coppa UEFA e una Coppa dei Campioni.
Trofei importantissimi dunque per un atleta che, in questo momento, vive un periodo delicato. A tal proposito Andrea, figlio dell’ex portiere, ci ha tenuto a precisare che d’ora in poi inizierà un nuovo percorso ospedaliero presso la struttura ‘Casa sollievo della sofferenza’, situata a San Giovanni Rotondo (Foggia).
È lo stesso ragazzo a dirlo tramite social, con un filo di commozione perché solo lui sa quello che ha passato nell’arco di un anno e qualche mese. Tacconi fu ricoverato in coma ad Alessandria, poi lo scorso marzo fu trasferito in una clinica lombarda ah hoc per continuare il percorso riabilitativo. Infine, è stato trasferito di nuovo presso l’ospedale di San Giovanni Rotondo dove rimarrà in cura fino a settembre.
Il figlio, in un colloquio con l’Ansa di poche ore fa, ha detto che il suo obiettivo è farlo tornare in saluto e “portarlo allo stadio per un giro di campo, vicino a quelle persone che gli sono state vicino nell’ultimo anno“. Non possiamo che augurarci che il sogno di Andrea si realizzi il più presto possibile.