Il Decreto Crescita è un assist per il mercato delle squadre italiane: ecco in che modo può agevolare i calciatori.
Viva il Decreto Crescita. A lungo discusso e dibattuto anche dai tifosi di molte squadre italiane, al momento è uno dei pochi strumenti a disposizione del calcio italiano per riuscire a rimanere competitivo (almeno in piccolo) sul calciomercato.
I benefici fiscali legati a questa misura che non era stata inizialmente allargata anche agli sportivi professionisti sono infatti in grado di attrarre ancora qualche campione, magari non di primissimo piano. E questo può fare la differenza, almeno nell’interno dei nostri confini.
Essendo stata varata ormai quattro anni fa, questa misura è diventata ormai chiarissima nella mente di tutti i tifosi. Si tratta di una norma che permette ai professionisti provenienti dall’estero, che spostano la propria residenza in Italia e che producono i propri redditi in Italia, di vedere i guadagni tassati solo al 50%.
Cosa vuol dire questo, in parole povere? Che un giocatore che milita in Serie A e uno che milita in un campionato straniero, a parità di guadagno lordo, percepirà in Italia un netto più alto rispetto a quello percepito all’estero. E questo può in effetti indurre determinati campioni a prediligere ancora il nostro ‘povero’ campionato rispetto a quelli più ricchi, come la Premier o la Liga.
Ma quali sono le condizioni per poter godere di questi benefici, e soprattutto per quanto tempo vengono garantiti? La risposta sorprende i tifosi e può strappare un sorriso ai calciatori.
Il Decreto Crescita fa felici i calciatori: ecco di quali vantaggi possono godere
Giocare in Italia, se non si è top player in grado di fare la differenza a livello mondiale, di quelli che ad esempio possono permettersi di chiedere stipendi 15 milioni o anche più, impossibili da garantire per le nostre squadre, può davvero diventare conveniente.
Per poter usufruire dei vantaggi del Decreto Crescita, infatti, bastano pochi requisiti: essere stati residenti all’estero per due periodi d’imposta prima del trasferimento in Italia; rimanere in Italia per almeno due anni dopo aver trasferito la residenza; svolgere l’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.
In altre parole, se si è giocatori importanti e non si ha la smania di cambiare campionato ogni stagione, l’Italia con il Decreto Crescita può diventare un paese in cui vivere ancor più ‘da nababbi’. Ma per quanto tempo si può godere di questi vantaggi fiscali? La legge prevede che le agevolazioni vengano applicate fino a un massimo di cinque periodi di imposta. Ma esiste un modo per prolungare la durata.
In alcuni casi è possibile infatti per il professionista godere di tali vantaggi addirittura per dieci periodi d’imposta. Il testo stabilisce infatti che le disposizioni presenti nel Decreto Crescita si applichino per ulteriori cinque periodi di imposta a tutti i lavoratori con almeno un figlio minorenne o a carico, anche in caso di affido preadottivo.
Inoltre, si può accedere al prolungamento di cinque anni anche in caso di acquisto di un’unità immobiliare di tipo residenziale in Italia dopo il trasferimento o nei dodici mesi precedenti il trasferimento. Insomma, giocare in Italia per un calciatore di alto livello non sarà più sportivamente il massimo dell’ambizione, ma ha i suoi vantaggi. E sono vantaggi di lunga durata.