Un club ha deciso di mutare veste al proprio logo. Ne sono scaturite polemiche, proteste e reazioni pesantissime.
Non bastasse la retrocessione in serie B, arrivata al termine di un crudele spareggio con l’Hellas Verona, lo Spezia da giovedì 6 luglio ha subìto un fuoco incrociato per la scelta di cambiare il logo societario. Il nuovo stemma, su sfondo nero, vede il volto di un aquila bianca stilizzata, l’animale sovrasta le lettere S e C, ovvero Spezia Calcio. Le polemiche sono figlie del fatto che lo scatto ricorderebbe un simbolo nazista. Il vecchio stemma raffigurava un cerchio con la scritta Spezia Calcio, le tre lettere ASC e l’anno di nascita, 1906.
Quanto avvenuto segue di pochi giorni la determinazione del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi. Il titolare del Viminale ha vietato l’utilizzo del numero 88 sule maglie delle squadre di calcio di ogni categoria. Perché la scelta? H è l’ottava lettera dell’alfabeto, il saluto nazista “Heil Hitler” quindi potrebbe essere richiamato dalla scelta del suddetto numero.
Come riporta gazzetta.it, ad alzare il polverone soprattutto politici ed esponenti del sindacato. Nel mirino la piccola aquila stilizzata. Inoltre, la lettera A non compare più perché è stata mutata la denominazione societaria.
La rabbia suscitata dalla presentazione del nuovo logo ha addirittura portato alla promozione di una campagna su change.org. Obiettivo: indurre lo Spezia a cambiare idea e presentare un altro logo. Ovviamente, anche molti sostenitori non ci stanno ad essere accusati al Nazismo. “Tradizione e appartenenza.. no al nuovo logo!”: questo lo striscione apparso, ad opera dei tifosi della Curva Ferrovia, durante la prima giornata dello Spezia Fest.
Come precisa il sito del Corriere del Ticino, Pientedosi, ha sottolineato come nel codice etico delle societa «viene recepito il riferimento alla definizione internazionale di antisemitismo. C’è quindi il divieto dell’uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo”, ha continuato l’ex Prefetto di Roma. Oltre a questo, tutti i tesserati sono tenuti ad adottare un linguaggio che non contempli alcun tipo di discriminazione. In caso di atti antisemiti o simili, la gara in oggetto potrà essere sospesa.
Tornando al numero 88, in serie A lo indossavano due calciatori. Toma Basic, centrocampista croato della Lazio, ha spiegato che voleva semplicemnte raddoppiare il suo numero preferito, l’8. L’altro atleta che dovrà scegliere un altro numero è Mario Pasalic dell’Atalanta. Come precisa repubblica.it, in merito ai loghi, la stessa Uefa era finito nel mirino per aver negato l’utilizzo della fascia arcobaleno in occasione del match di qualificazione a Euro 2020 tra Germania e Ungheria.
Nel dicembre del 2019, fu invece l’attuale capitano della Fiorentina, Cristiano Biraghi, a scottarsi con la delicata materia. Con la maglia dell’Inter addosso, il mancino sui parastinchi recava la scritta “Vae Victis” (dal latino ”guai ai vinti”). Dicitura accompagnata da una foto dell’elmo spartano sopra il tricolore. Per qualcuno un riferimento al Ventennio.
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