La situazione riguardante le Olimpiadi invernali del 2026 è ancora in forte fase di stallo. Finalmente, però, sembra che si stia muovendo qualcosa.
L’avvicinamento a l’Olimpiade del 2026 è partito con il piede sbagliato, sotto qualsiasi aspetto. Dal punto di vista organizzativo, infatti, ci sono dei forti disagi che non stanno affatto venendo colmati. Per fortuna sembra che sia arrivata una decisione, da quello che sembra particolarmente drastica.
I giochi invernali in principio si sarebbero dovuti svolgere nel 2026 tra il territorio di Milano e quello di Cortina, meta particolarmente ambita da tutti i patiti del ghiaccio e della neve. Alla luce di tutti questi posticipi, si è incredibilmente deciso di optare per un cambio di destinazione. Ma a distanza di quasi due anni e mezzo non c’è ancora nulla di pronto. Una situazione insostenibile per un evento così importante.
L’impianto situato a Cortina ad oggi è l’opera dal peso specifico più importante. Circa 80 milioni di costo, con dei lavori dalle tempistiche molto lunghe. La data di conclusione lavori probabilmente non arriverà affatto a coincidere con l’inizio delle Olimpiadi. La soluzione riguardante la migrazione di queste opere non è facile da trattare.
Ad averne parlato sono stati gli addetti ai lavori, i quali hanno dichiarato legittimamente l’opzione come molto complicata. Ma di questo se ne parlerà in maniera approfondita nel corso del prossimo paragrafo, onde evitare che si faccia confusione tra volontà e possibilità. Queste operazioni a livello logistico non sempre sono agevoli. Nemmeno per coloro che solitamente si trovano ai vertici delle manifestazioni sportive più importanti.
Come anticipato nel corso delle righeprecedenti, si sta optando per un trasferimento delle Olimpiadi Invernali del 2026 in sede estera. In Italia sarà praticamente impossibile che il progetto abbia vita facile, ma ovviamente si farà ogni tentativo e ogni valutazione prima di prendere una decisione così drastica.
Per il momento la prima meta designata per un trasferimento è St. Moritz. Benché le questioni tecniche ed economiche siano trascurabili, o per meglio dire non prioritari come urgenza, di mezzo ci sarebbe la questione politica. Tale Fritz Burkard è un “rivale” politico dell’attuale parte che rappresenta l’Italia. Insomma, i motivi per cui questo calvario olimpico si sta protraendo per così tanto tempo sono molteplici.
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