Un triste episodio sconvolge il mondo del calcio, un campione racconta di aver ricevuto violenze da bambino e tutti si stringono intorno a lui.
Una storia che diventa purtroppo protagonista dell’estate, è proprio un top player a raccontare cos’è successo nel suo difficilissimo passato, fatto di violenze e soprusi che lo hanno inevitabilmente segnato.
Il calcio mondiale si è stretto intorno a un big, la sua vicenda ha lasciato senza fiato. Un calciatore molestato e tormentato da bambino: una brutta pagina che si apre ed è ora affrontata con grande coraggio dal protagonista.
Un’intervista rilasciata è al centro del dibattito, non è stato facile raccontare una parte così delicata della propria vita privata. Una situazione che ha segnato notevolmente il calciatore, che ha già ringraziato quanti lo stanno supportando sia ora, che è emersa la vicenda, nonché nelle scorse settimane, trovando piena comprensione nel suo club.
Abusi in passato, la confessione di Dele Alli
È il calciatore Dele Alli a confessare gli abusi, una vicenda non facile da raccontare. Le parole del centrocampista lasciano senza fiato, ha avuto un’infanzia difficile tra droga e violenze, e nel podcast The Overlap ha esposto la sua vicenda a Gary Neville. Confessione toccante per lui, che è andato recentemente in una clinica per disintossicarsi: “A sei anni sono stato molestato da un’amica di mia madre, che era un’alcolizzata, poi sono stato mandato in Africa per imparare la disciplina, salvo poi farmi rimandare indietro”.
Una crescita deviata, con fasi davvero dure da digerire. Alli non era un bambino come tutti gli altri, i traumi sono stati tanti così come gli errori: “A sette anni ho iniziato a fumare, a otto invece ho iniziato a spacciare droga, andavo in giro con la bici e il mio pallone, sotto tenevo la roba da vendere. A undici, invece, sono stato anche appeso da un ponte da un uomo”.
Una triste storia terminata solo a 12 anni, quando fu adottato dalla famiglia Hickford, che prese in carico il ragazzo. Divenne poi un calciatore professionista, salvo poi ricadere nelle dipendenze nell’ultimo periodo, quando l’Everton lo aveva prestato al Besiktas: “Avevo preso l’abitudine di usare sonniferi o alcol per intorpidire quello che provavo”.
Pensando anche al ritiro, la decisione poi di affrontare il problema andando a ricoverarsi in una clinica specializzata, da cui è uscito il mese scorso. Ringraziando l’Everton per il supporto ma anche quanti, anche senza clamore mediatico, sono stati da sempre al suo fianco.