Un ex giocatore lancia nuove accuse a dirigenti importanti del calcio italiano. Tutti i retroscena svelati
Anche Sandro Tonali ha patteggiato con la Procura FIGC. L’ex Milan tornerà in campo a settembre 2024, ma il caso scommesse tiene ancora banco. Il calcio di per sé ha già la forza per terminare sulle prime pagine dei giornali, accostandoci un presunto “scandalo” giudiziario, la sua forza diventa ancora più dirompente.
Nicolò Fagioli ha patteggiato 7 mesi, Nicolò Zaniolo, salvo clamorose sorprese, dovrebbe uscire indenne in termini di giustizia sportiva, mentre a breve sarà audito dalla Procura di Torino. L’ex giallorosso ha ammesso di aver effettuato puntate, ma mai sul calcio. L’attaccante ha anche aggiunto che non sapeva di utilizzare piattaforme illegali, fatto questo che appunto configurerebbe un reato per il quale è prevista un’ammenda.
L’ultimo capitolo è firmato da un ex giocatore, finito nel mirino perché avrebbe messo un medicinale, più precisamente nel Minias, nelle bottiglie utilizzate dai compagni della Cremonese nel match interno contro la Paganese. Era il 14 novembre 2010, Marco Paoloni venne radiato dalla Figc. Fu invece assolto in sede penale il 26 marzo 2019.
Marco Paoloni il prossimo 21 febbraio compirà 40 anni. La sua carriera da portiere si è interrotta a causa dell’indagine nata a Cremona, che nel suo caso, come detto, in termini sportivi portò all’ergastolo sportivo. Nato a Civitavecchia, l’ex estremo difensore prometteva bene, 4 gettoni con l’Italia Under 18, ben 8 con l’Under 19, con cui disputa anche un Europea. Nel pieno dello scandalo denominato “Scommessopoli”, che vede come suggeritore occulto il fotografo Fabrizio Corona, Paoloni ha raccontato la sua verità nella trasmissione di Rai 3 Avanti Popolo, condotta da Nunzia De Girolamo.
Paoloni, secondo l’accusa accolta in sede sportiva, nell’intervallo di Cremonese-Paganese, avrebbe messo del sonnifero nelle bottiglie dei compagni di squadra. Il fine era quello di perdere la gara sulla quale il calciatore avrebbe puntato molti soldi. Paoloni, abbandonato il calcio, ora lavora in uno studio odontotecnico della sua città e a Viale Mazzini racconta un’altra verità.
“Ero compulsivo, giocavo su tutto. Ma non mi sono mai venduto una partita, mai. In tre anni circa 600 mila euro e ne guadagnavo 200 mila all’anno”, svela commosso. Anche lui, come Fagioli, ha iniziato a puntare si siti illegali su suggerimento di un compagno di squadra ad Ascoli.
Paoloni va oltre, perché svela un particolare a suo modo inquietante. “Ho scommesso con calciatori che giocano ancora in Serie A e altri che sono oggi in Federazione. Non andavo in giro col registratore, ma avrei le prove. Mi hanno criticato sui giornali, ma i primi erano loro”, spiega all’ex onorevole.
Poaloni non fa nomi, ma restano frasi per le quali, una convocazione in Procura sarebbe il minimo. Va detto, in ogni caso, che ogni eventuale violazione cadrebbe in prescrizione visto il tempo decorso dai fatti. Giova ricordare che il 26 marzo 2019, Paoloni in sede penale è stato assolto con formula piena dall’accusa di adulterazione, articolo 440 del codice penale.
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