Dopo questo addio totalmente inaspettato, i tifosi della Juve sono rimasti senza parole. Che ne sarà di lui adesso?
Un addio è sempre un addio. E per quanto alle volte ciò riguardi giocatori marginali o persone che lavorano dietro le quinte, i tifosi e i colleghi circostanti raramente riescono a riprendersi dallo shock in tempi brevi.
Quando si sta a contatto con una persona per tanto tempo, ciò che ne deriva è un rapporto solido e affettuoso. Dunque, nel momento esatto in cui si interrompe, la tristezza è tanta. E questa è l’esatta situazione che si sta verificando in casa Juve nelle ultime ore.
Negli ultimi anni l’area tecnica della Juve ha sempre lavorato con continuità e impegno per beneficiare al progetto intero. Alle volte non centrando l’obiettivo, ma nella maggior parte dei casi ottenendo ottimi risultati.
Quando un team così coeso perde uno dei pezzi più pregiati, trovare un sostituto potrebbe diventare un problema. Questa è la situazione che si è verificata in seguito al recente addio comunicato da Matteo Tognozzi, il capo-scout nonché portavoce dei tanti talenti che oggi proliferano a Torino.
I nomi presenti nel suo pregiato taccuino sono tra i più disparati. Per citarne alcuni:
Il suo futuro lo vedrà sposare il progetto del Granada, squadra che attualmente milita in Liga spagnola. Si è chiusa così un’esperienza professionale durata ben 6 anni, dirigendo l’area scout dopo una gavetta inizialmente inaugurata nel 2017. Anno in cui la Juventus aveva recentemente accompagnato all’uscita uno dei suoi cicli più prolifici di sempre.
Adesso i bianconeri dovranno dunque puntare su un’altra figura, eventualmente già presente in rosa, per evitare di vanificare quanto di buono è stato fatto dall’ex addetto allo scouting. Non sarà un compito facile, considerando soprattutto la conoscenza dell’ambiente circostante di cui Tognozzi era in possesso.
Stando a ciò che suggerisce il comunicato pubblicato dalla società, la sua figura professionale ha sempre lavorato alla ricerca dei talenti migliori in circolazione. La sua area di competenza principale era il Sudamerica, come testimoniano i casi di Soulé e Barrenechea per l’appunto.
Dal momento in cui ha conseguito l’esame di direttore sportivo nella sede della FIGC, nel 2019, ha avuto modo di ricoprire incarichi sempre più soddisfacenti e responsabilizzanti al tempo stesso. Lascerà senza ombra di dubbio un grande vuoto, all’interno della dirigenza bianconera.
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