La Procura Figc riapre il caso: un nuovo difensore è nel mirino a causa del calcioscommesse. Questa volta c’entra anche la malavita campana.
Nuovi guai per il giocatore che è alle prese con un processo relativo ad una gara di campionato di Serie B. L’accusa è davvero pesante: il calciatore rischia una pesante squalifica. Di mezzo, infatti, c’è anche la Camorra con la testimonianza del pentito che rischia di mettere a repentaglio la carriera del difensore.
Dopo le squalifiche di Fagioli e Tonali, il procuratore federale chiede il fascicolo riguardo le motivazioni che hanno portato alla condanna del calciatore di Serie A. Nel primo grado di giudizio ha subito una pena per concorso esterno in associazione camorristica. Nel mirino c’è una presunta combine, con l’incontro in un noto ristorante con alcuni esponenti della malavita napoletana.
Dopo la condanna in sede penale, nel primo grado di giudizio, con la pena a 5 anni per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva, la Procura Figc vuole riaprire il caso in sede sportiva. Rischia un calciatore di Serie A: il difensore è finito nel mirino della magistratura.
Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, la Procura Figc ha chiesto gli atti per valutare se ci sono gli estremi per un nuovo processo. Già condannato, in sede sportiva, nel 2017 a 6 mesi di squalifica, il calciatore a distanza di anni in sede penale ha subito una pena pesantissima. Nel primo grado di giudizio è stato condannato a 5 anni.
Questa volta la Procura valuta un secondo processo al difensore del Monza Armando Izzo. E’ questa la notizia che rischia di compromettere la carriera del calciatore. Anche se sullo sfondo resta l’ipotesi della prescrizione, che scatterebbe in caso in cui fosse accusato di falsa testimonianza.
Si riapre il caso Armando Izzo? Le motivazioni riguardo la condanna in primo grado, possono determinare una nuova squalifica in ambito sportivo. Il calciatore, condannato in primo grado a 5 anni per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva, è accusato di aver truccato la partita Modena-Avellino del 2014, insieme con il boss del clan Accurso, che su quella gara di campionato puntò ingenti somme di denaro. Il caso fu aperto nel 2017 con la squalifica di appena 6 mesi. A distanza di anni, a seguito della condanna nel primo grado di giudizio a cinque anni, la Procura Figc vuole riaprire il caso e aumentare la squalifica di Izzo.
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