Dichiarazione shock da parte dell’ex compagno di squadra di Carlos Tevez che è nuovamente finito sul banco degli imputati.
Il suo nome è Carlos Tevez ma tutti lo conoscono anche con il soprannome di Apache, un calciatore dal passato difficile che non si è mai tirato indietro quando si è trattato di scendere in battaglia. Filosofia che non lo ha accompagnato sono in campo ma anche nella vita. Peccato, però, che questa sua foga gli sia spesso costata cara.
Non sono mancati gli eccessi nella vita dell’attaccante argentino che nel corso della sua lunga carriera ha vestito alcune delle maglie più prestigiose del mondo. In Italia i tifosi della Juventus lo ricordano molto bene visto che fu lui, insieme alla banda di Antonio Conte, a dare il via all’ultimo vero periodo florido.
Oggi, tuttavia, Tevez è tornato protagonista ma non lo ha fatto per le gesta in campo ma per alcuni suoi comportamenti che si sono rivelati un incubo per i gli ex compagni di squadra. Proprio di recente è tornato a parlare di lui un suo ex collega facendo finire l’ex bianconero ancora una volta sul banco degli imputati.
Tevez contro un suo ex compagno: l’accusa è pesantissima
Non proprio una lettera di raccomandazione quella rilasciata dal suo ex compagno di spogliatoio ai tempi del Manchester United. A raccontare i lati meno conosciuti del centravanti ci ha pensato l’ex terzino brasiliano dei Red Devils Rafael da Silva. I due sono stati compagni di squadra durante la stagione 2008/09, fu di fatto la prima in cui venne acquistato il difensore classe 1990.
Purtroppo per lui l’esperienza a Manchester sarebbe stata rovinata proprio dallo stesso Tevez che, a quanto pare, non avrebbe dato la migliore accoglienza all’allora giovanissimo difensore verdeoro. Intervenuto ai microfoni dell’emittente brasiliana SporTV, Rafael ha ricordato Tevez come un attaccabrighe e un professionista poco esemplare visto che non amava faticare durante gli allenamenti.
Questo, tuttavia, non è stato il peggio da parte dell’argentino che a quanto pare era il vero terrore dei giovani poiché tendeva ad avere nei loro confronti non proprio un occhio di riguardo. Rafael, piuttosto, lo ricorda come un vero bullo. Ai tempi dei fatti Rafael, e suo fratello gemello Fabio, avevano 18 anni e il trasferimento dal Sudamerica all’Europa non fu per niente facile. Tutti sembrano però aver fatto tesoro di quella spiacevole esperienza.