Tutto bloccato: un’imprevista tegola mette il bastone fra le ruote di due della Premier League. Ecco cosa sta succedendo
Anche i ricchi piangono: anche la Premier League, appunto la lega calcistica più ricca, ha le sue grane, le sue gatte da pelare. Solo che non si tratta di scandali di varia natura come quelli che a intervalli, ahinoi, quasi regolari sconquassano il calcio italiano.
Anche se quello che sta per accadere nel massimo campionato inglese è, per così dire, un effetto collaterale dell’ultimo in ordine di tempo salito alla ribalta della cronaca italiana, le scommesse su piattaforme illegali che ha visto coinvolti, e squalificati, Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, dalla scorsa estate in forza al Newcastle.
Ebbene, proprio l’ex rossonero è indirettamente il ‘casus belli’: out per l’intera stagione, causa la squalifica di 10 mesi, i ‘Magpies’ pensano di sostituirlo a gennaio con Ruben Neves dell’Al Hilal. Dov’è, dunque, il problema? Entrambi i club sono di proprietà del Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano dell’Arabia Saudita.
Di conseguenza, al fine di salvaguardare la correttezza della competizione e guadagnare tempo per concordare una soluzione a lungo termine le società della Premier League, nell’assemblea in calendario il prossimo 21 novembre, secondo quanto riportato da ‘The Athletic, dovrebbero approvare (è richiesta la maggioranza dei due terzi, quindi occorre il sì di 14 club) il divieto di trasferimenti in prestito dei giocatori della massima serie tra club che abbiano la medesima proprietà già a partire dalla prossima finestra di mercato di gennaio rompendo così le proverbiali uova nel paniere ai Magpies.
Premier League, rapporti parti correlate: l’impatto anche sul Chelsea e il Manchester City
Nondimeno, tale misura temporanea non è stata congegnata solo per impedire al Newcastle di mettere sotto contratto Ruben Neves in quanto rientra in una più ampia riflessione, tuttora in corso, sulle transazioni con le parti correlate, inclusa la sponsorizzazione della maglia da gioco, che il regolamento della Premier definisce come aventi “un’influenza materiale sul club”.
Pertanto, anche il Manchester City, controllato dal City Football Group, e il Chelsea, che ha adottato un modello multiproprietà, rischiano di pagare dazio alla suddetta norma, qualora venisse approvata dall’assemblea dei club della Premier League.
Allo stato attuale i calciatori del massimo campionato inglese possono essere ceduti in prestito, con ritorno alla casa madre già alla successiva finestra di mercato, a club che condividono la stessa proprietà a patto che sia rispettato il principio dell’equo valore di mercato e siano affiliati a Federazioni di continenti diversi.
Ora, però, alcuni club inglesi vorrebbero che il ritorno, dopo il prestito, nel campionato della Federazione di appartenenza avvenisse dopo due sessioni di mercato e non in quella immediatamente successiva al trasferimento.