La Nazionale si ritira a sorpresa dalle qualificazione ai Mondiali del 2026, e la motivazione è decisamente sconcertante: cosa sta succedendo?
I Mondiali sono il sogno di qualsiasi calciatore, e da sempre tutti ambiscono a parteciparvi. Ecco perché il recente caso della Nazionale che ha deciso inaspettatamente di farsi da parte dal percorso di qualificazione non può non sorprendere. In Italia siamo purtroppo abituati a mancare la fase finale del torneo iridato, come accaduto nelle ultime due edizioni, ma evidentemente c’ è chi sta peggio, e questa situazione è delle più surreali.
Avviene peraltro in una confederazione continentale in grande espansione, e che proprio a Qatar 2022 ha raggiunto un risultato storico con una delle sue selezioni. Parliamo della CAF africana, reduce dal clamoroso quarto posto del Marocco, e che oggi deve affrontare l’assurda situazione di una nazionale che di fatto non esiste più. La decisione di non prendere più parte alle qualificazioni per i Mondiali del 2026 è quindi solo l’ultimo capitolo di una serie di gravi problemi nel calcio locale.
Al centro della vicenda c’è l’Eritrea, la cui federazione è affiliata alla FIFA solo dal 1998, dato che fino a pochissimi anni prima il paese non era indipendente ma parte dell’Etiopia. Da quel momento, però, l’Eritrea non aveva mai mancato di prendere alle qualificazioni africane per i Mondiali. Venerdì scorso, la CAF ha però comunicato che la Federcalcio locale ha deciso di rinunciare a questo diritto. La decisione nasconde però problemi politici di cui in Europa si è discusso pochissimo.
A fare luce su questa vicenda ci hanno pensato Ed Aarons e Alex Cizmic con un loro articolo sul ‘Guardian’, in cui hanno rivelato i veri motivi dietro il ritiro dell’Eritrea. Il governo ha deciso di togliere la squadra dalle qualificazioni per timore che alcuni giocatori potessero approfittare delle partite all’estero per lasciare il paese e chiedere asilo politico altrove. Non una situazione nuova: dal 2009 a oggi, almeno 60 giocatori hanno già fatto così, per sfuggire al regime repressivo di Isaias Afwerki.
In aggiunta, giocare a calcio in Eritrea è divenuto praticamente impossibile, visti gli scarsi investimenti del governo nello sport locale. Il paese africano non possiede uno stadio che rispetti i requisiti CAF per gli incontri internazionali, per cui ogni gara ufficiale va disputata all’estero.
Di amichevoli nemmeno a parlarne: la Nazionale non ne gioca una da quella col Sudan a gennaio 2020, e l’ultimo incontro ufficiale risale al settembre 2019. Non avendo mai giocato negli ultimi 48 mesi, l’Eritrea oggi non compare nemmeno più nel ranking FIFA.
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