Il centrocampista danese non sta trovando spazio in azzurro, gli scenari per il suo futuro prossimo sono due: ecco quali
Quando lo scorso 29 agosto Aurelio De Laurentiis ha ufficializzato l’arrivo in maglia azzurra di Jesper Lindstrom, i tifosi del Napoli hanno accolto la notizia con grande favore. Il centrocampista classe 2000 era reduce da un’ottima stagione tra le fila dell’Eintracht Francoforte e la cifra investita – circa 30 milioni – lasciava presagire ad un giocatore già pronto per fare la differenza nel campionato italiano.
Se non che, Lindstrom ha trovato pochissimo spazio in questo inizio di stagione durante il quale sulla panchina partenopea si è seduto Rudi Garcia. Il tecnico francese ha più volte motivato lo scarso minutaggio concesso al danese con la scarsa attitudine del calciatore nel dare un sostegno alla fase difensiva. Probabilmente ha inciso anche il modulo, dato che il calciatore nativo di Taastrup predilige giocare da trequartista – ruolo assente nel 4-3-3 azzurro – e non da esterno di fascia, dove è stato schierato le poche volte che è sceso in campo.
Napoli, quale futuro per Lindstrom? Spunta l’ipotesi cessione
Insomma, in questi primi mesi all’ombra del Vesuvio, Lindstrom non ha trovato la sua dimensione nella squadra campione d’Italia. Un “equivoco”, lo hanno definito diversi addetti ai lavori sottolineando che, forse, i vertici del club avrebbero dovuto pensarci meglio prima di investire una grossa cifra su un calciatore incompatibile con lo scacchiere tattico azzurro.
Adesso, si vedrà come si evolverà la situazione con Walter Mazzarri al comando. La sensazione, però, è che il mister di San Vincenzo confermerà il 4-3-3 e che dunque l’ex Eintracht continuerà a giocare col contagocce.
A tal proposito, nelle ultime ore ha cominciato a farsi largo la voce secondo la quale Lindstrom potrebbe chiedere la cessione. Dal canto suo, il Napoli sembrerebbe anche disposto ad accontentare il calciatore, ma lo farebbe partire soltanto in prestito secco. D’altronde, l’investimento fatto da De Laurentiis in estate è ingente e il patron non ha alcuna intenzione di registrare una minusvalenza.
L’idea di base dei vertici partenopei è quella di dire arrivederci al danese per poi ritrovarsi tra sei mesi o poco più, quando sulla panchina azzurra si aprirà un nuovo corso, magari con un nuovo modulo maggiormente idoneo a valorizzare il calciatore e a ripagare un investimento che al momento, se si parlasse di un addio a titolo definitivo, finirebbe inevitabilmente depauperato.
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