Un vero e proprio scossone in casa giallorossa: la Roma ha comunicato l’esonero di José Mourinho dopo gli ultimi risultati in campionato
Ventinove punti in 20 partite di campionato, quarantuno sconfitte in tre anni tra tutte le competizioni e un gioco che non ha mai brillato. A questo bisogna aggiungere gli ultimi risultati con l’eliminazione dalla Coppa Italia, per mano della Lazio ai quarti di finale e l’ultimo passo falso, a San Siro, dove i rossoneri non hanno dovuto faticare più del dovuto contro una Roma spenta e senza idee.
Certo, nessuno si sarebbe aspettato una notizia del genere: José Mourinho, la mattina del sedici gennaio 2024, è stato esonerato dalla proprietà. Una scelta forte per tanti motivi a partire da una stagione che poteva ancora regalare diverse soddisfazioni: la Roma, nonostante la peggior partenza degli ultimi ventuno anni, è solamente a cinque punti dal quarto posto e in Europa League i giallorossi devono affrontare il Feyenoord nel playoff.
Una scelta anche impopolare visto il legame che lo Special One aveva costruito con la tifoseria giallorossa (Olimpico quasi sempre soldout dal suo arrivo) e la voglia del tecnico, più volte espressa nelle interviste, di continuare nella capitale anche al termine di questa stagione che da contratto sarebbe dovuta essere l’ultima. È bastato poco, un comunicato, per cambiare tutto: l’umore della gente, i sogni europei ed aumentare i dubbi su una proprietà che, fino ad oggi, non ha ancora fatto sentire la sua voce.
La scelta di esonerare Mourinho è sicuramente comprensibile per i risultati che la squadra stava ottenendo nonostante il terzo monte ingaggi del campionato e un reparto offensivo costituito da due fuoriclasse come Lukaku e Dybala. Salutato il tecnico portoghese (al quarto esonero consecutivo della sua carriera) la Roma deve pensare al futuro con De Rossi nuovo allenatore.
Roma, Mourinho esonero inevitabile: “E’ il vero problema”
Non saranno mesi facili per uno dei leader della Roma del passato: prendere l’eredità di Mourinho è una delle cose più complicate che possano esistere e, a questo, bisogna aggiungere la necessità di raggiungere quel quarto posto che la proprietà considera imprescindibile per il futuro del club capitolino.
Al di là della sconfitta di Milano, ultimo atto del Mourinho romanista, abbiamo giustamente parlato dei risultati dell’ultimo periodo e di una Coppa Italia che la Roma ha abbandonato al termine di un match preparato male e giocato peggio. L’eliminazione con la Lazio aveva gettato ombre sulla figura, fino a quel momento intoccabile, del tecnico portoghese.
“Il vero problema è Mourinho, non è piaciuto ai romanisti. Come si fa a dire che quello non era rigore?”. Queste le parole di Furio Focolari a Radio Radio Mattino Sport e News, che “spiegavano” in un certo senso il malcontento di una corposa parte della tifoseria romanista.
I tifosi giallorossi non hanno gradito le dichiarazioni post partita in cui sottolineava come il rigore di Zaccagni (fallo di Huijsen su Castellanos) fosse un penalty dei tempi moderni volendo sottolineare che, senza la presenza del var, non sarebbe stato fischiato. Ci si aspettava di più da uno degli allenatori migliori al mondo. La Roma lo saluta dopo una coppa vinta, una finale disputata e dei percorsi in campionato e in Coppa Italia decisamente negativi.