Il mondo del calcio piange un grandissimo campione che ha scritto pagine memorabili anche in Seria A, vincendo lo Scudetto con il Milan e non solo
Un momento davvero triste per il calcio italiano che, nel giro di poche ore, ha dovuto dire addio a due grande giocatori del passato. Oltre a Giacomo Losi (leggenda della Roma) è scomparso anche un altro campione, protagonista in Serie A con le maglie di Fiorentina e Milan negli anni ’60.
Quando se ne vanno dei grandi campioni del passato è sempre un tuffo al cuore, anche perché nel salutarli rivengono alla mente le magnifiche gesta compiute sul terreno di gioco. Specialmente se si fa riferimento ai mitici anni ’60, non si può che rimanere esterrefatti di fronte alla qualità e alle giocate compiute da questi magnifici atleti.
Spesso sentiamo dire che la Seria A attuale non ha più la stessa qualità del passato, che siamo anni luce indietro alla Premier League. Ecco c’è stato un lungo periodo in cui noi eravamo la locomotiva d’Europa e il nostro campionato era il più bello e vincente.
Un periodo in cui Inter e Milan dettavano legge in Coppa dei Campioni e anche Fiorentina e Roma alzavano coppe europee. Un periodo in cui la Serie A era piena di campioni. Tra questi c’era anche Kurt Hamrin, per tutti “Uccellino“. Il fortissimo attaccante svedese è deceduto nelle scorse ore all’età di 89 anni, circondato dall’affetto della sua famiglia
Hamrin, in Serie A, ha realizzato 190 gol tra il 1956 e il 1971 e giocando con le maglie di Juventus, Padova, Fiorentina, Milan e Napoli. Di certo l’approccio con il nostro campionato non era stato male, proprio con i bianconeri, ma i troppi infortuni lo avevano limitato a tal punto da suggerirgli un cambio di squadra.
Dopo essersi rilanciato nel Padova, con la Fiorentina ha scritto alcune delle pagine più belle della storia del club. Ha collezionato 362 partite con 208 gol davanti al pubblico viola e ha lasciato in dote sia la Coppa delle Coppe che due Coppe Italia.
Il richiamo del Milan fu troppo forte e nel 1967 l’Uccellino volò a San Siro. Il soprannome era dovuto al suo modo leggiadro di volare in campo, con un’agilità che diventava prorompente in zona gol. Con Nereo Rocco vinse lo Scudetto e la Coppa delle Coppe nel ’67-’68 e la Coppa dei Campioni del 1969, chiudendo in bellezza. Poi un veloce passaggio al Napoli prima del ritorno in patria e dell’addio al calcio.
Con la Nazionale svedese, Hamrin ha disputato la finale dei Mondiali 1958, persa contro il Brasile di un giovanissimo Pelé. Una Selecao leggendaria con il mitico attacco formato da O’Rei, Didi, Vavà e Garrincha.
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