Ci sono diversi ragioni per cui un allenatore può perdere il suo lavoro, ma nella storia in questione il motivo è davvero assurdo
Sono sette, al momento, gli esoneri in Serie A, il più illustre dei quali è, senza ombra di dubbio, quello di José Mourinho. Se il portoghese ha lasciato la Roma a causa dei risultati deludenti della compagine giallorossa per decisione dei Friedkin.
Risultati che non sono piaciuti tanto allo Special One che non ha mancato di ribadirlo neanche nell’ultima intervista rilasciata. La stessa sorte è capitata anche a Rudi Garcia al Napoli, Paolo Zanetti e Aurelio Andreazzoli all’Empoli, Andrea Sottil all’Udinese e Paulo Sousa e Filippo Inzaghi alla Salernitana, ma non a un tecnico che ha dovuto lasciare anzitempo il suo incarico per una ragione che si potrebbe definire assurda, quantomeno insolita.
L’ex calciatore di Bari, Torino e persino Juventus Robert Jarni, dal 2007 diventato allenatore, è stato licenziato dalla federazione di calcio croato dal suo ruolo di commissario tecnico della nazionale under 17 del Paese balcanico a causa di alcune sue simpatie, nella fattispecie quelle per il Betis, squadra in cui ha militato per tre anni, ma soprattutto avversaria della Dinamo Zagabria ai sedicesimi di finale di Conference League.
In un’intervista al quotidiano ‘Večernji list’ alla vigilia della partita della terza competizione europea poi vinta dalla Dinamo Zagabria in casa del Betis, Jarni aveva detto di fare il tifo per gli spagnoli. “Il Betis è il mio club, ho trascorso tre anni meravigliosi lì, ma non ho giocato per la Dinamo. Non so chi potrebbe biasimarmi per questo. Allo stesso tempo, sono un tifoso dell’Hajduk”, aveva detto l’ormai ex ct della Nazionale under 17 croata.
Parole che, dicevamo, non sono piaciute alla federazione, che ha deciso di rimuoverlo dal suo incarico, sottolineando come le sue le dichiarazioni siano state inappropriate. “Il comitato esecutivo sostiene il diritto di ogni individuo, compresi tutti i calciatori, compresi i giocatori della nazionale, di sostenere qualunque club vogliano, anche contro i club croati in Europa, anche se tale pensiero non è considerato auspicabile”, si legge nel comunicato in cui hanno dato il ben servito a Jarni.
Per loro, infatti, “è inappropriato, indesiderabile e inammissibile per una persona alla guida di una squadra nazionale croata non sostenere apertamente qualsiasi club croato in una competizione europea”. Sarebbe stato invece utile “promuovere l’unità all’interno della famiglia calcistica croata”, posta anche come condizione senza la quale nessuna squadra nazionale croata può essere gestita con successo.
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