Gianluca Vialli manca tremendamente ai tifosi che si commuovono per il suo gesto da vero campione, in campo e fuori dal campo
Ci sono campioni che con le loro imprese, i loro trionfi, di squadra e personali, lasciano il segno nella storia del calcio e poi ce ne sono altri che imprimono una traccia indelebile anche nelle vite dei tifosi che li hanno ammirati e soprattutto in quelle di tutti coloro che incontrano nel loro percorso.
Un identikit, quest’ultimo, che ci conduce a Gianluca Vialli, l’ex centravanti, tra le altre, della Juventus e della Sampdoria che, stroncato da un male implacabile (un tumore al pancreas), è venuto a mancare, a 58 anni, poco più di un anno fa.
Da allora non si contano gli omaggi, gli aneddoti, i ricordi dei suoi ex compagni di squadra, eppure, fateci caso, in nessuno di quest’ultimi c’è un riferimento alle sue straordinarie qualità calcistiche anche se Vialli è stato uno dei più grandi e versatili attaccanti a cavallo tra due millenni.
A prevalere, infatti, sono le sue eccezionali doti umane dal momento che Luca Vialli è stato anche e soprattutto un campione di generosità e sensibilità come dimostra un suo gesto che ha fatto velare di lacrime gli occhi dei tifosi.
Fiuto del gol, velocità, potenza e ottima tecnica di base che gli consentiva di dialogare con i compagni senza aggredire necessariamente la profondità come sono soliti fare i rapaci dell’area di rigore: Luca Vialli era tutto questo ma anche di più.
A dispetto del suo status di campione, l’ex bianconero e doriano, infatti, non disdegnava di arretrare il suo raggio d’azione per dare una mano ai compagni. Era, insomma, un generoso in campo come lo era nella vita di tutti giorni.
L’ulteriore conferma di quanto detto sopra, qualora ce ne fosse stato bisogno, ce la fornisce il suo ex compagno di squadra alla Juventus, Michele Padovano, nel corso della presentazione, a Torino, del suo libro “Dalla Champions alla libertà” in cui l’ex attaccante bianconero racconta il suo calvario giudiziario (assolto, nel gennaio del 2023, dall’accusa di traffico internazionale di droga dopo 17 anni di processi): “Quando andai via dalla Juventus per trasferirmi a Londra lo feci anche perché lì c’era lui, ero convinto che mi avrebbe aiutato nell’inizio di quella nuova avventura e così è stato“.
In quella mano tesa spontaneamente all’ex compagno comprensibilmente disorientato in un Paese straniero c’è tutto Luca Vialli. Ecco perché “le persone come lui non muoiono mai veramente: era sensibile, intelligente, altruista. Nel calcio ci sono pochissime persone come lui e non c’è giorno in cui io non gli rivolga un pensiero”.
Michele Padovano non è l’unico a pensarla così in quanto tutti i tifosi, che ancora rabbrividiscono nel ricordare il discorso motivazionale di Vialli prima della finale di Euro 2020 a Wembley, concordano sul fatto che campioni come l’ex centravanti della Sampdoria scudettata ne nascono purtroppo molto raramente.
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