Il calcio italiano è sempre ricco di situazioni che giorno dopo giorno diventano sempre più complicate: presidente e tifosi a processo.
La situazione per molte squadre italiane è molto complessa, tra questioni economiche che si fanno semore più gravi e rapporti con personaggi “stravaganti”: e nel corso del tempo si rischiano di compromettere i progetti, le ambizioni e gli obiettivi. Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a diversi processi in cui sono stati coinvolti personaggi noti del mondo del calcio che hanno dovuto rispondere alle più disparate accuse, rischiando anche di compromettere il buon nome del calcio italiano.
La giornata di oggi, invece, è stata decisiva per un altro processo che ha preso il via e che deve chiarire una volta per tutte il rapporto tra il presidente e gli ultras.
Presidente e ultras finiscono in Tribunale: il motivo
In Serie A ci sono ancora grossi problemi per molte società che stanno vivendo un periodo particolare fuori dal campo, con la giustizia che ha scoperto vicende molto particolari che rischiano di compromettere il presente e il futuro di tutti i personaggi coinvolti.
Presidente e ultras finiscono in Tribunale per una causa importantissima che può mettere un punto esclamativo alle difficoltà che si sono vissute nell’ultimo periodo.
In casa Genoa c’è un nuovo processo che è arrivato a un punto di svolta importante e che nella giornata del 13 marzo ha visto un nuovo passo in avanti.
Genoa, processo ultras per estorsione: parla Leopizzi
Nella mattinata di mercoledì 13 marzo 2024 è andata in scena l’ultima udienza di istruttoria del processo contro alcuni ultras del Genoa. L’accusa è quella di presunte estorsioni ai danni della società quando era gestita dal presidente Enrico Preziosi. Questa mattina è andata in scena un’udienza importantissima perché è stata la volta delle dichiarazioni spontanee del principale imputato, Massimo Leopizzi.
Leopizzi ha negato qualsiasi minaccia o pressione nei confronti di dirigenti, giocatori e allenatore, pur sottolineando con forza che “Preziosi non mi piaceva e continua a non piacermi, ma non ho fatto estorsioni nei suoi confronti”.
L’ex ultras del Genoa ha rivelato di “non essere mai stato un capo: vado allo stadio da quando avevo 14 anni. Il ruolo nella tifoseria l’ho conquistato con le mie azioni. Non ho mai imposto niente a nessuno”.
Leopizzi contro Preziosi: per l’accusa c’è estorsione ambientale
L’imputato Leopizzi ha parlato anche dei rapporti del gruppo ultras con le forze dell’ordine: “Per anni abbiamo fatto da “sparring partner” al reparto mobile, ma noi eravamo figure di garanzia“.
Per l’accusa ci sono gli elementi per continuare il processo e condannare gli imputati. Secondo gli avvocati di Preziosi c’è stata una “estorsione ambientale” nei confronti di tutto il Genoa, con i dirigenti costretti a scendere a patti e pagare per evitare disordini e contestazioni.