L’incubo del calcioscommesse torna a minacciare l’integrità del nostro calcio: arriva la sentenza del Tribunale federale che ha optato per due anni di squalifica
Il calcioscommesse, soprattutto negli ultimi anni, è andato a ledere l’immagine del nostro movimento calcistico e non ha alcuna intenzione di fermarsi visto che ancora oggi tanti movimenti sono sotto la lente della Procura federale.
Non sono solo i giocatori, però, a fine nel mirino del procuratore Giuseppe Chiné, ma anche gli arbitri come capitato nel caso riguardante Luigi Catanoso, fischietto appartenente al Can C e alla sezione di Reggio Calabria. Il direttore di gara in questione avrebbe dovuto dirigere la sfida tra Empoli e Lazio del campionato Primavera lo scorso 19 agosto, ma tale direzione non c’è mai stata poiché Catanoso fu sospeso.
A far scattare la sospensione dell’arbitro di Reggio Calabria è stata la testimonianza del collega Milone, anch’egli designato per quella partita. L’assistente di Catanoso rivelò al suo designatore arbitrale, ovvero Ciampi, che il collega gli aveva offerto 3 milioni di euro al fine di ottenere “informazioni utili a consentirgli di effettuare scommesse dall’esito sicuro” su rigori ed ammozioni della partita e su quale squadra sarebbe andata in gol per prima.
La testimonianza di Milone risultò decisiva e l’arbitro Catanoso fu sospeso in attesa delle dovute indagini e della sentenza che è stata finalmente emessa dal Tribunale Nazionale Federale che gli ha comminato una lunga squalifica.
L’arbitro Luigi Catanoso della sezione di Reggio Calabria appartenente al Can C dovrà scontare una squalifica di 2 anni dopo essere stato sospeso per violazione del divieto di scommesso e dei principi di lealtà, correttezza e probità, oltre che del codice etico e del regolamento AIA. È questa la dura sentenza con la quale il Tribunale Nazionale Federale ha condannato il fischietto calabrese, fermato dallo scorso 17 agosto prima di dirigere la sfida del campionato primavera tra Empoli e Lazio.
Denunciato dal collega Miloni per aver cercato di corrompere al fine di ottenere informazioni utili sulla partita in modo da poter scommettere un’ingente somma di denaro, Catanoso era recidivo e ben noto agli organismi federali. Già nel 2020, infatti, l’arbitro era finito nel mirino della Procura Federale quando fu sospeso un incontro che avrebbe dovuto dirigere a causa di un suo infortunio e per un flusso anomalo di scommesse su partite da lui dirette.
Tuttavia in quel caso Catanoso fu scagionato da tutte le accuse per mancanza di prove concrete della sua colpevolezza. Stavolta, però, le cose non sono andate secondo i piani dell’arbitro che ha trovato un nemico in Miloni che non ci ha pensato due volte nel denunciarlo agli organi competenti, facendo finalmente giustizia e chiudendo un cerchio lungo 4 anni.
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